Maggio 2018. Piccola cena per quattro. La qualità delle
foto, poche e tremanti, fa capire che benché solo in quattro, temevo di non
farcela senza l’appoggio di Teo, fuggito nelle Filippine (tornerà; ce la feci) . La cena concludeva un incontro di lavoro:
cessato questo, passavamo a quella. Ho puntato su cose semplici, però con
l’incognita di essere fatte parecchio lì per lì, cosa che a volte rende più
facili le complicate che si fanno prima (strano: non le ho proprio messe in
conto). Menu: Asparagi, pasta sfoglia e fonduta di Taleggio ( rifaccio dopo decenni
un piatto a metà tra Michel Guerard e il cuoco della Certosa Di Maggiano,
all’epoca molto in auge; un piatto letto in libro del primo e ritrovato sulla
tavola del secondo); Risotto alla riduzione di Amarone (era già nella recente Cena del
risotto all’Amarone; della facitura oramai se ne è appropriato Nunchesto, che
non me l’ha fatta toccare); Magret d’anatra in insalata di foglie e frutta (
anche questo un piatto di molti anni fa, che riscopro buonissimo; il più è
avere il magret, che richiede un taglio che i nostri macellai in genere
ignorano); Mousse di fragole con dadolata di
fragole e gelatina di melograno (una balouza, praticamente; aveva anche
l'acqua di rose; lieve lieve, mangiata pure da una dama che non mangia
dolci). Champagne Moncuit e Amarone Speri.
Magret d’anatra in insalata di foglie e frutta
Balouza di fragole con dadolata di fragole e gelatina di melograno
2 commenti:
Buffo come si ritrovino certe costanti: almeno altri due uomini di mia conoscenza, non particolarmente attivi in cucina, sviluppano una spiccata territorialità quando si tratta di risotti o perfino orzotti.
Che sia una certa qual fallicità nel rimenare il cucchiaio per tutto quel tempo, o di uno stringente controllo del tempo, la cosa è bizzarra. (-:
diverso percorso: da quando c'è il bimby in casa e ha scoperto che ci si fanno i risotti, ha pensato che fossero per lui; mi è sembrata buona cosa; di lì, anche quando si fanno in pentola, ci si dedica :D
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