Mi decido per la prima volta a guardare un po’ meglio il mio vicino, il San Cristoforo che sta sulla facciata della Chiesa di Madonna dell’Orto. Intanto, mi basta un po’ di ricerca e capisco perché è lì: era uno dei Santi più seguiti del Medioevo, spesso stava in luoghi dove lo si potesse vedere bene, come la porta delle chiese; inoltre il più delle volte veniva fatto grandissimo, perché anche da lontano potesse essere scorto: una sola occhiata al Santo proteggeva per tutto il giorno da percoli connessi al viaggio, ma anche da disgrazie più generali.
E’ un Santo orientale, e lì spesso veniva rappresentato con testa di cane, allarmante iconografia, che ricordava Anubis; anche la Leggenda Aurea lo dice gigante cinocefalo; l’occidente edulcorando lo disse di Cananea; del resto l’occidente medesimo aveva da dire la sua quanto a radici precristiane: Ercole che porta sulle spalle Eros si prestava bene a ispirare il nuovo Santo.
Queste complesse associazioni penso gli abbiano fatto correre un pericolo di damnatio, come al disgraziato San Giorgio; se ne vede traccia nel modo in cui se ne parla in fonti cattoliche: lo diamo per buono, o no? Pare però che per ora sia salvo: vengono citate chiese a lui dedicate in fonti molto antiche, e questo viene fatto equivalere alla prova che sia un uomo “storico”, forse un licio, martirizzato (ahimè, condizione che sembra necessaria) per la sua fede.
Protettore, dicevo, dei viaggiatori; ma anche dei facchini e dei portalettere. La Leggenda Aurea lo dice gigante che voleva porsi al servizio del più forte, e che in questa ricerca dopo aver servito un re e il diavolo, constatato che entrambi avevano paura di qualcuno, il re del diavolo e quest’ultimo di Cristo, andò a cercare Cristo; trovò per l’intanto un santo eremita che gli consigliò di mettersi al servizio del prossimo traghettando persone che volessero attraversare un periglioso fiume: così avrebbe trovato chi cercava; si mise al lavoro di buzzo buono, e un giorno traghettò un ragazzetto pesantissimo che per poco non lo affogò; certo, gli disse poi il delinquentello: con me portavi il peso del mondo! Aggiungendo: pianta il tuo bastone a terra e vedi che fa domani mattina; il giorno dopo il bastone era fiorito e pieno di frutti (di, qui, San Cristoforo protettore – anche – dei fruttivendoli).
Tutto questo basterebbe per averlo in simpatia; aggiungo che l’ho sempre amato per aver dato occasione a dipinti bellissimi, specie di fiamminghi, dove se ne sta in immensi paesaggi azzurri, in forre al tempo stesso perigliose e serene, spesso con le gambe nel fresco fiume, a portar bimbetti.
Questo San Cristoforo è un giovane dal grande cranio pieno di capelli, con una tonacuzza che svirgola in una piega fiammeggiante; il bimbo ha l’aria distratta, e quella che sembra una bella palla da gioco è in effetti il mondo di cui si incarica. Curiosità: sembra proprio che il mantello del Santo sia fissato da un cammeo con profilo: il donatore?
Scolpito da Niccolò di Giovanni Fiorentino.
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