domenica 3 ottobre 2010

BORGOGNA. CHÂTEAU DE BUSSY RABUTIN. SALON DORE'












Roger de Bussy-Rabutin stesso ci dice che ha allestito nel suo castello di campagna, piccolo ma mirabilmente ben fatto, una galleria con i ritratti di tutti i re, da Ugo Capeto a Luigi XIV, e che sotto c'è scritto tutto ciò che si deve sapere di quanto hanno fatto; poi ci sono i grandi uomini di stato e di lettere, quindi le favorite e le amiche dei re, dalla bella Agnese amante di Carlo VII i poi; quindi un’anticamera con i guerrieri illustri a partire dal conte di Dumas, e infine i ritratti delle più belle della corte.

E' quanto lui stesso definisce "Un abrégé d’histoire ancienne et moderne, qui est tout ce que je voudrais que mes enfants sussent en cette matiére". (Da una delle lettere di Bussy-Rabutin).

A questa folla va aggiunto il contributo dell'apparato simbolico e sentimentale degli emblemi e dei motti, le poesie amorose e un'evocazione del mondo antico, soprattutto attraverso le Metamorfosi.

Viene alla mente che Bussy-Rabutin abbia, con questo complesso che è al tempo stesso un percorso labirintico e iniziatico e un racconto figurato, proposto l'equivalente, per la sua mentalità e sensibilità, di una wunderkammer.

Non intesa - come oggi fraintendiamo - quale giocattolo per nobili, gabinetto di curiosità, ma come ciò che era: una ricostruzione del mondo. Tramite mirabilia - oggetti che divergono dai presupposti, dal noto, che sollecitano la mente - tanto naturalia che artificialia (rarità, eccezioni tratte sia dal mondo naturale che da ciò che può produrre l'uomo, vedendo i due ambiti più in continuità che attraversati da una frattura insuperabile). Un mondo pre scientifico e pre illuminista, fatto non di specializzazioni e classificazioni, ma piuttosto di evocazioni, suggestioni, associazioni; una rete di connessioni più aperta che disordinata come apparve allo sguardo settecentesco che buttò tante wunderkammer nella spazzatura.

Ma al posto dei coralli, del benzoar, delle donne barbute, dei reperti classici di Ferdinando II, qui appare un mondo che coincide con la corte di Luigi XIV. Roger Bussy-Rabutin, esiliato, ricostruisce presso di sé, sotto la sua regia, idealizzandolo ma anche tenendolo in scacco con l'ironia, il mondo perduto con l'esilio.

Qui viene proposto il cuore di tale apparato simbolico e iconografico, il Salon Doré, dove intorno a Roger idealizzato e in veste di imperatore romano stanno le più belle della corte cui ha chiesto o fatto fare il ritratto. Ci sono pure putti che veleggiano paffuti con cartigli su cui sono scritti versi amorosi composti dallo stesso Roger, e dipinti con immagini tratte da Le Metamorfosi o comunque evocanti il mondo antico, per esempio tramite le fatiche di Ercole.

Uno dei cartigli:
Admirez la nature humaine Elle se lasse du plaisir S’il ne lui couste de la peine.

Le notizie sul castello, prevalentemente da Le château de Bussy-Rabutin,Éditions du patrimoine, Paris 2005, dal sito del castello e da quello dedicato al castello dai fan di Roger.

La piantina e una presentazione la trovate in AAA.

2 commenti:

daniela ha detto...

e allora artemisia mia cara,

me lo dici chi é artee? :)

abbracci dalla domenica di ny, come un film anni 50...

artemisia comina ha detto...

daniela, sono venuta a portarti due bambole...

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