martedì 28 settembre 2010

BORGOGNA. LO CHÂTEAU DE POSANGES E LA LEGGENDA DEL CUOCO ASTUTO.







Il web è davvero una grande scatola delle meraviglie. Quando ho fatto una ricerca sul castello di Posanges, incontrato per via, è saltato fuori un vecchio articolo di J. D’Arbaumont, dal titolo Posanges et ses seigneurs, pubblicato nel 1867 e messo in rete dalla Sorbona.

J. D’Arbaumont in veste di archeologo va in visita al castello e lo descrive minuziosamente, facendo poi anche una ricostruzione storica dei suoi costruttori e possessori fino al contemporaneo sindaco di Viteaux, un paese vicino.

Ci dice che si tratta con tutta evidenza di un castello di pianura di piccolo cabotaggio, eretto per tutelarsi da scorrerie occasionali, succeduto alle possenti fortezze di altura, armate per grandi guerre tra governanti della Borgogna e potenti aristocratici in vena di scalzarli. Prevalso l’accentramento – siamo al tempo di Filippo il Buono - ora non si tratta che di vassalli, e tutto si riduce: potere dell’aristocrazia e dimensioni dei castelli, che calano dai monti al piano.

Il nostro ammira il perfetto stato di conservazione dell’esterno, grazie anche alla solidità di costruzione e materiali, in particolare di quella che io chiamerei la facciata oggetto delle nostre foto, ma anche di tre torri (la quarta pure c’era, ma senza tetto) e delle mura, mentre dice che la dimora del signore, che avrebbe dovuto essere rispetto alla facciata dall’altra parte della corte rettangolare, e gran parte dei servizi sono rasi al suolo, tranne una grange dall’aspetto antico. I grandi fossati sono vuoti (qui D’Arbaumont nota che basterebbe una deviazione d’acqua dalla vicina Brenne, ed effettivamente oggi sono colmi), e nella torretta di avvistamento sopra la porta cui dava accesso il ponte levatoio stavano a maturare dei formaggi (potenza della Borgogna).

Nel suo girovagare esplorativo, decide di andare in chiesa, ritenendo che se mai ci fosse stato un luogo dove trovare informazioni sul passato di Posanges, era quello; disgraziatamente ai posangesi era presa di recente la fregola di rinnovarla, e la malridotta vecchia chiesa del XV secolo era stata sostituita da una nuova, non più elegante di un capannone agli occhi del nostro, ma che tuttavia conservava un’antica pietra tombale incisa, scampata alle migliorie.

La pietra mostrava un guerriero del XVI secolo armato di tutto punto, i piedi puntati su un leoncino, la testa tenuta da angeli. Armato di tamponi, inchiostri e strisce di carta D’Arbaumont ne rileva l’iscrizione. Mentre è intento all’opera, non manca un nugolo di curiosi locali (vorrei vedere) che nel frattanto chiacchiera e racconta la storia del castello.

Fu costruito, dicono, da un certo cuoco, piacevole e furbo, che era stato al servizio del proprietario dei luoghi morto senza figli e senza voglia di dare nulla a lontani parenti di cui non gli importava, e che quindi aveva lasciato tutto a quel capace servitore. Quello subito si era messo a fare il duca, ad amministrare giustizia e andare in giro con l’elmo, e si era costruito il castello in sostituzione di quello più modesto del suo benefattore, non all’altezza della sua ambizione; quindi si era fatto chiesa e tomba.

J. D’Arbaumont dall’iscrizione vede che si tratta di Guillaume Dubois, proprietario del feudo di Posanges dal 1437, come apprenderà da documenti d’archivio. È un gentiluomo del Berry venuto in Borgogna, dove fa fortuna con il duca: prima è écuyer de cuisine del conte Charollais, figlio del duca Giovanni Senza Paura, poco dopo avrà la più importante carica di panetier. Il che non gli impedisce di essere uomo d’armi e insieme dedicarsi a servizi di corte, prima come maitre d'hôtel del conte Charollais , successivamente, insieme ad altre varie cariche considerevoli di amministratore di guerra, giustizia e finanze in un vasto territorio, direttamente di Giovanni Senza Paura. Nel frattempo le guerre interne non mancano e Guillaume, fedele al duca di Borgogna contro gli Armagnac, perde tutti i suoi possedimenti del Berry; il duca però lo ricompensa largamente con beni e cariche ed è qui che il nostro acquista Posanges.

Sulla lapide tra l’altro è scritto: maistre d'ostel de mon redoubté seigneur monseigneur le duc de Bourgogne. Ciò lo avrà fatto diventare cuoco per i paesani, che tuttavia conservano nella leggenda tutto l’aroma del servitore fedele e sveglio ricompensato dal suo padrone, che fu storia e non fola.

Quella famiglia, dopo molto alterne vicende (quando mai mancano) abbandonerà il castello quattro generazioni dopo, nel XV secolo, grazie a una discendenza prima incolore e poi degenere (l’ultimo, omicida di un vicino, viene condannato a morte; la pena è commutata grazie ai suoi rapporti con la corte in un’ammenda, quindi il disgraziato aliena parte del feudo e infine lo vende).

Trovate tutto il documento, in formato PDF, digitandone la prima riga: Posanges et ses seigneurs.

Sbircio: l’alta, corrusca facciata protegge ogni attuale segreto; di lato, oltre un cancello, un sentiero erboso si infila quatto sotto le fronde di fitti alberi; oggi nello Château si produce vino.

Posanges è un comune de la Côte d’Or di soli 45 abitanti; il castello - riassumo - fu edificato tra il 1440 e il 1445 da Guillaume du Bois, consigliere di Filippo il Buono Duca di Borgogna. E' sulla strada per Flavigny e Alesia. Proprietà privata.

1 commento:

isolina ha detto...

Ma che belle storie scovi e ci racconti novella sherazade!

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