lunedì 30 agosto 2010

FRANCIA. BRESSE. IL MISTERO DEGLI CHEMINÉES SARRASINES.













In una certa area della Francia, e solo in quella, ovvero in una parte della Bresse che corrisponde all’antica signoria dei re di Bagé (mai sentita prima), fin da prima del XII secolo si costruirono certi enormi camini aperti da ogni parte, fuoco sul pavimento coperto da una lastra ghisa, messi al centro della casa e forniti di una gigantesca cappa a cappello di fata quadrangolare (ogni lato poteva essere largo da 3 a 5 metri) che attraversava l’edificio dal piano terra fino al tetto.

Questo rendeva necessario un camino esterno alto da due a cinque metri, a seconda del numero di piani che il fumo doveva attraversare per sbucare sul tetto, e strutturato in modo tale da somigliare al campanile di una chiesa. Il camino nel suo complesso aveva una imponente struttura di legno, quindi era rivestito di una malta fatta di paglia e argilla, poi era coperto di intonaco. La parte esterna poteva essere di varie forme. Attualmente ce ne sono a pianta rotonda, poligonale, quadrata, rettangolare. In cima c’era sempre una croce e anche una campana, che serviva a chiamare la gente della fattoria a raccolta. In questi camini, accesi estate e inverno, si scaldava l’acqua di cui la ferme poteva avere bisogno in ogni momento. Il camino veniva completato dall’ archebanc o banc des ancêtres, lo scranno degli antenati, grande banco di legno a volte con cassetti, sedile cerimoniale su cui potevano sedere solo i nonni e i genitori e gli ospiti importanti, luogo di accordi che se lì presi avevano valore di giuramento sulla Bibbia. L’archebanc poggiava contro la parete di fondo.

Tali camini, nel passato recente ancora numerosi (nel 1923 ne vennero recensiti 400) e oggi rari, sono oggetto di indagini senza frutto circa la loro origine, e le ipotesi si moltiplicano senza concludere. Unito questo fatto al nome esotico, si giunge rapidi al “mistero”, così come viene definita la questione. La prima ipotesi, formulata nel XVII secolo, li dice costruiti da esotici barbari in fuga da Carlo Martello che nel 732 li aveva sconfitti a Poitiers. Uno studio dell’inizio del ‘900 (quello del censimento) li mette in rapporto con delle popolazioni balcaniche che, in fuga davanti ai turchi che avevano preso Costantinopoli nel 1453, arrivarono sino al mâconnais. Una recente ipotesi, valutato l’uso abbondante ed esperto del legno e il fatto che camini quasi uguali si trovano in Norvegia e in Svezia, li mette in rapporto con le popolazioni del nord e in particolare con le invasioni barbariche del V e VI secolo. Ancora, si pensa ai monaci – soldati che nel XII secolo tanto costruirono nel regno di Bagé. Come si vede, c’è da farci più di un romanzo. Più di recente, un architetto razionalista ha detto che da sempre di cose ignote si è detto che sono arabe o saracene, e che non c’è da farla così lunga. Ma ha deluso tutti (giustamente).

Abbiamo avuto la ventura di vederne uno, inseguendo per campi e valli un cartello che portava a una certa Ferme - musée de la forêt della quale non avevamo alcuna idea, ma ancora pieni delle energie di inizio viaggio ci siamo fatti portare.

Si può consultare questo sito per saperne di più e trovare una bibliografia. La mappa indica l’area della Bresse Mâconnaise in cui si trovano i camini.

1 commento:

isolina ha detto...

Ma sei molto meglio di una guida! Che posto fascinoso. La prossima volta che passo di lì... Non mi limito a Bourg en Bresse

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