domenica 1 agosto 2010

EBRIDE ESTERNE. LEWIS. IRON AGE VILLAGE. GREAT BERNERA. BOSTADH BEACH.















Infine ecco la casa dell'età del ferro (600, 1.500 a.C.), ricostruita (le originali sono state riseppellite nella sabbia). Ovvero capanna di pietre a secco con tetto proprio tal quale alle black houses (certo, non documentato, ma ipotizzato in base ai resti). Una differenza sta nel muretto che la custodiva e che la riparava, nell'essere infossata. La porta d’accesso è bassa e si entra curvi.

Dentro lo stesso buio fumoso delle black houses ottocentesche, stesso fuoco centrale che mentre va affumica i pesci appesi.

Solerte guardiano e guida, che ha mostrato – io esterrefatta e ammirata, miracolo della lana, miracolo delle dita – come si filava, ottenendo fili di lana di grande robustezza. Da non credere. Aveva un fuso che era un bastoncino infilato in un peso rotondo, fate conto un bastoncino appuntito e un sasso con un foro a misura, in modo che la punta del bastoncino attraversandolo si possa conficcare a terra. Attaccando una ciocca di lana alla punta in alto – rispetto al peso – del bastoncino e facendo ruotare il peso mentre le dita accarezzano la ciocca, ecco che si forma un filo, sia pure irregolare. Quindi il filo si arrotola intorno al bastoncino e si continua. Entusiasmo: ho capito che potrei filare. E deve essere un lavoro molto bello, di quelli che lasciano la testa libera di andare dove vuole. Vengono alle mente le tante donne filanti, le virtuose romane e greche che stavano sempre a filare (uffa, ma anche quanti sogni, quante chiacchiere).

Al centro della Iron House il debito fuoco è circondato da vasi, conchiglie (mangiavano Harris scallop, ovvero cappesante), ossa, anche di cervo (a quanto pare c’erano dei boschi). Anche la Iron House era divisa in due, metà per gli animali metà per gli umani. Insomma, le black houses hanno attraversato i millenni per venire a infrangersi contro un burocrate inglese con la mania dell’igiene.

Il villaggio dell’età del ferro è stato scoperto entro una baia con una bianchissima spiaggia, proprio vicino all'oceano, nel 1993 grazie a una mareggiata così violenta che ha dissepolto alcune case dalla sabbia. Grande scoperta archeo, anche se da un pezzo si sapeva che lì c’era qualcosa, avendo ritrovato vari oggetti sintomatici. Accanto al villaggio scorre un ruscello d’acqua dolce, che corre limpido verso il mare. Quindi: bosco, pascoli, acqua dolce, mare. Un bel posto per stare.

Oggi accanto e dentro al ruscello le solite foglie di bulbose che crescono ovunque, ma – sorpresa! – questa volta con tre fiori magnifici e splendenti. Sono iris gialli.

Circa codeste costruzioni, qui, qui e qui.

2 commenti:

simonetta ha detto...

Mi incuriosiscono tutti i tuoi post sulle Ebridi, ma quando ci sei stata, considerato che posti anche ricette da casa?

artemisia comina ha detto...

non riesco mai a postare mentre viggio, non solo per motivi spesso determinanti di connessione, ma anche di tempo: troppo impegnata e viaggiare appunto, e a leggere su nei momenti di sosta.

inoltre, questi post erano programmati e venivano pubblicati mentre ero in francia :DDDD quanto alle ricette da casa, mi sa che sono quelle di isolina, l'altra autrice del blog.

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