martedì 27 luglio 2010

TOSCANA. SOVICILLE. HOTEL BORGO PRETALE. LA CUCINA.










Siamo nell'Hotel di Borgo Pretale. D'estate si mangia sotto un grande leccio, su una terrazza aperta su una campagna bellissima intessuta di boschi, con un'aria alquanto isolata e remota, adatta a pellegrini, briganti e di notte a uccelli notturni, il cui grido non è mancato, così come vari bicchieri dell'Hotel raccolgono mazzi di aghi di istrice e nei pressi non mancano caprioli o tassi o volpi.

Le stanze interne del ristorante sono piccole e accoglienti, e non manca una veranda che ci ha accolto la seconda sera, in cui c'era stata un'illusione di pioggia. Insomma, si mangia in un ambiente molto bello, e ciò giova molto all'animo, certamente.

Quanto al cuoco, Alessandro Lestini, lo abbiamo provato in una sera "di gala" in cui cucinava per abbinare i suoi piatti a una casa vinicola dell'Oltrepò Pavese che presentava i suoi prodotti - la casa Anteo, con Marinotti Rosè, Spumante Brut, Nature 2004, tutte bollicine. Rapida scorsa ai piatti: insalatina di riso venere con farro, tonno marinato alla lavanda, granita di frutto della passione; gnocchi di patate viola con guanciale croccante, calamari e fasolari; millefoglie di pesce sciabola, cuore di bue, lemon grass e gamberi; bavarese all'Anteo su biscuit di mandorle, gelatina di frutti di bosco e gelato al té affumicato. Farò l'analisi dl primo piatto, avendo molto meditato su cosa si poteva fare per migliorarlo (brutto segno) il tonno restava asciutto e sapido, il riso e il farro troppo sgranati e a loro volta asciutti e per loro conto, la granita non riusciva e portare umidità e freschezza ai primi due, ma se ne restava anch'essa per i fatti suoi. La bocca cercava avidamente l'insalatina, ma questa non bastava. Molto buono il dolce.

La sera dopo, come speravo, è andata molto meglio perché non c'era alcuna richiesta di alta cucina: tomino caldo su dadolata di verdure, passatina di ceci, gnocchi con provola affumicata e prosciutto toscano, parmigiana di zucchine, tagliata di coscio di manzo, crema bruciata al lime (di nuovo ottima: al giovane cuoco devono piacere i dolci).

Le colazioni? Di nuovo godono della bellezza del posto e dei luoghi, ma soffrono della mancanza di un buon pane o di una bella torta lievitata appena uscita dal forno.

A proposito di pane, a cena ne viene servito uno molto buono, salato. Il maitre mi dice che dopo aver buttato tanto pane toscano sciapo, si sono adattati ai gusti degli ospiti, che col pane si divertono assai a fare scarpette d'olio d'oliva (mica scemi) e adesso si fanno portare l'impasto pronto e poi lo cuociono loro.

Cosa suggerirei? Di dedicarsi a una cucina semplice, che penso sia più nelle corde dello chef, e magari insistere sul tasto toscano, perchè no. La mattina non farei mancare del pane appena sfornato.

Il personale è simpatico e preparato.

3 commenti:

MarinaV ha detto...

Concordo con te sulla necessità di pane e torte appena sfornate a colazione: predispongono meglio l'animo alla giornata.

Chiara ha detto...

bellissimo posto davvero..concordo con Marina...un bacione...

artemisia comina ha detto...

buona estate, care amiche :))

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