mercoledì 21 luglio 2010

EBRIDI ESTERNE. HUISINIS.











Allora, Huisinis: in direzione nord ovest rispetto ad Ardsaig, una strada - single track road, badate bene, di quelle da me amatissime e meno dal Nunche che guida la larga macchina a nolo - una lunga sottile fettuccia adagiata come un nastro che si adatta a tutto sulle rocce, tra distese di erbe e tra laghetti occhieggianti e solitari e lungo la frastagliata costa ricca di scogli tormentati e neri, porta alla bella baia di Huisinis dalla bianchissima, liscia spiaggia.

Strada costeggiata da prati molto fioriti, da piccole pozze d’acqua piene di piante acquatiche, da pecore madre, tutte tosate e marchiate da grandi pennellate di colore, e pecore figlia dalla ricche pellicce anch'elle con la loro bella macchia, agnelle grandette e lucenti di novità e giovinezza. E poi l’oceano, ovviamente. Anche se il profluvio d’acqua – ruscelli, laghetti, baie, fiordi – e le coste frastagliate lo accostano per successive approssimazioni, e solo ogni tanto lo si fronteggia inequivocabilmente.

Sassi corrugati e sassi levigati, anche. Da non dimenticare. I più imponenti, le nere rocce tagliate in verticale, orlate al vertice da una chioma verdissima di erbe fiorite, che circondano piccole insenature, anche quelle con sabbia bianchissima e setosa, oltre la candida baia di Huisinis. Rocce piene di patelle, migliaia di patelle, di cirripedi, migliaia di cirripedi, di conchiglie attorcigliate, di animali marini immersi nelle pozze che sembrano prugne sbucciate, anch’essi attaccati alle rocce che la marea scopre, lasciando ai loro piedi orli di alghe smeraldine e una spiaggia bianca e levigata, senza orma alcuna.

La più grande spiaggia della baia, quella su cui affacciano le poche casette del villaggio, quattro in tutto, aveva invece la candida superficie orlata da piccoli festoni di frammenti di conchiglie (ed alcune patelle delle quali non ho mancato di fare ricco bottino, affascinata dalla loro aria di piccole montagne impervie, o rovesciandole, di piccoli tegami, scoprendo che la mia nuova borsa rossa ha una tasca che pareva fatta apposta per loro) e impronte di uccelli e cani, e in misura minore di umani.

Meno vicino alle onde, la spiaggia si ornava di magnifici fiori lilla.

Nel complesso solitudine, silenzio, case dormienti, una gallina a spasso, sola. Caldo, abbastanza; fino a arrivare a 14 gradi e mezzo. Spazzatura, qui sta l’eccezionale, poca. Solo qualche bottiglia di plastica. Ma, più che altro, tracce di pesca: qualche pezzo di rete, di gomena., dei guanti di gomma.

E fiori, fiori, fiori ed erba fitta e ricca di varietà di verdi e di foglie fin sull’orlo della sabbia e degli scogli.


Mappa fotografica.

Foto di Nunchesto.

3 commenti:

nina ha detto...

Come rimanere inerme di fornte a tanto blumare?

isolina ha detto...

Continui a sfruculiarmi con questi Ebridi esterne... Giorno verrà

maia @ sac à poche ha detto...

le Ebridi mi mancano... mi fai venire una voglia di partire!!!!!!

bellissime foto!

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