martedì 8 settembre 2009
TURCHIA. MILETO.
Torniamo a Mileto, di cui ricordo il focoso, ardente sole di una precedente visita, che rendeva le pietre abbaglianti e l’ombra desiderato rifugio.
Quest’anno è più clemente, tuttavia come la volta precedente non andiamo oltre l’immenso teatro romano, alle cui spalle si sparge quel po’ che resta della città, e lo percorriamo come curiose formichine, sopraffatte e sedotte dai suoi 15.000 posti e dalle immense, magnifiche arcate che forano abbracciandoli i possenti basamenti e che rilucono di morbido buio, aprendosi sulla luminosa campagna intorno, ancora intatta, come così spesso accade, miracolosamente, in Turchia. Accarezziamo le rovine delle colonne che segnano i posti d’onore, le artigliate zampe di leone felicemente disuguali che punteggiano i gradini e che suggeriscono una possibile, felina mobilità di quella impressionante massa di pietre, che la sconnessione mette in evidenza. Cornucopio, sempre alla ricerca dei frutti del mare e della terra, alza ritualmente al cielo una simbolica offerta di capperi.
Memorie greche, resti ellenisitici e romani, un caravanserraglio denso di fantasmi di turbanti nella molto liscia pianura davanti al teatro, là dove c’era un azzurro mare che i detriti del sinuoso Meandro hanno spinto a chilometri di distanza, un forte bizantino in cima alle gradinate, sul quale oggi sventola la rossa bandiera turca con la sua bella mezzaluna, tutto si intreccia mirabilmente senza confondersi, così come sui banchetti radunati sotto l’ombra del ciuffo di alberi ai piedi del teatro convivono Madonne, Diane Efesine dai molti seni (o, come alcuni dicono, dai molteplici testicoli) il profondo blu dell'occhio di Allah e perfino i Budai grassi e felici dell’estremo oriente, che sembra si siano felicemente insinuati fin qui.
La signora dei gözleme, dal volto tondo come una luna appena un po’ raggrinzita ma sempre luminosa, ci blandisce e ci incoraggia ad assaggiare il suoi ottimi involti di fine pasta farcita di formaggio e spinaci, che in un istante ci allestisce spianando, grattugiando, abbrustolendo, chiacchierando sorridente senza l’inutile timore che la diversità di lingua impedisca la comprensione. Ma non osiamo bere l’ayran, il frullato di yogurt, sale e acqua che li accompagna sempre: ecco che sono qui a rammaricarmi.
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16 commenti:
bentornata artemisia mi mancava l'appuntamento con te pure se ti scrivo per la prima volta
aspetto aggiornamenti sui biscotti di mehmet
ciao
non ho neppure fatto in tempo a dire bentornata che l'Artemisia si è messa a sfornare post a pieno ritmo! ;-D
ciao creatura turchese, benritrovata.
Nostalgia, nostalgia di Turchia!
Buon inizio di stagione carissima... güle güle ;) *
perché non avete osato, Artemisia?
ho dell'ayran un ricordo decisamente rinfrescante :)
a proposito di libri, nina t'invita qui, viaggiatrice da mille e una notte.
http://sinfonina.blogspot.com/2009/09/playing-with-nina.html
Bentornata :)
Vedo che la tua estate è stata indimenticabile; le simil piadine della signora dal volto tondo dovevano essere buonissime :)*
BENTORNATA!
Artemisia attesa, attesa e ancora attesa.
;-D
i fichi... sono uguali a quelli che sono appena uscita a mangiare sulla pianta! ecco la mia pausa di metà mattina!!!
...tra l'altro, ho sentito alla radio dei disastri ed alluvioni in turchia...
@ ida, felice l'occasione che ti fa prendere parola, grazie di esserti svelata e del bentornata :) sui biscotti di memhet ho novità: con quella ricetta non vengono fuori biscotti, ma ottime cialde!! darò presto aggiornamenti.
perlina, ciao, pensa un po', ho appena acquistato due perle turchesi da appendere con un lungo giro d'argento alle due orecchie che mi ritrovo :DD
bentrovata!
equipaje, ho il progetto di andare a piantare nel campestre giardino tante aromatiche o pressapoco... lavande, rosmarini, salvie, e comunque erbe dure e odorose, grige e pelose... e poi ho comperato bulbi e bulbi...chissà se ce la farò a prendermi cura di loro.
niky, che ne dici se provo a farlo?
nina, sì, le mille e una notte avrei dovuto metterle tra i quindici libri sempre presenti.
daphne, sto per dedicarmi a pani in padella e per un certo giro di associazioni ti sto pensando, diciamo che ti penso come interlocutrice nell'impresa....
a.o. grazie grazie e grazie (artè ha in serbo per te delle orse dedicate :))
marzia, ciao, bentrovata, come va? la costa turca che abbiamo frequentato, e ancor più l'interno verso afrodisia era piena di questi fichi verdi, tondi, duri, dolci. tanti barchini che si affiancavano al caicco per vendercene fagotti. grandi mangiate.
sì, istanbul è di nuvo crocifissa, un pensiero per la città.
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