mercoledì 30 settembre 2009
BAULI. LA CARTA DA PARATI.
Sembra infinita la processione di oggetti che può venire fuori da bauli riempiti per cento anni. Oggetti a volte non più riconoscibili nella loro frammentarietà, giacche senza una manica, ricami non finiti, un pezzo di frangia dorata, frammenti di merletti, bustini dalle coppe straordinarie, resti di un velo da chiesa, cuscini spossati dall’uso, e un rotolo di carta da parati come quella che una volta stava in una stanza che intanto ha già cambiato altre due volte rivestimento, una carta che Mentuccia ha riconosciuto con gioia, un disegno con tutto il garbo vivace degli anni trenta, con cui tante volte bambina aveva giocato con la fantasia e di cui sentiva ancora la perdita.
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4 commenti:
ci sono i papaveri! a papavereggiare in bella acompagnia di tulipani anemoni e margherite!
esisterà un bizzarro intento di studio sull'influsso delle carte da parati (oppure di certi poster d'opere d'arte) nelle stanze da letto delle jeunes filles en fleur sulla spinta fantastica a fantasticare? perché è una fortuna senz'ombra di dubbio un partire avvantaggiati rispetto alla vista di deprivanti pareti nude e crude!
ps:nella mia camera la madonna del parto e una vasto frammento del pergolato di silvestro lega mi hanno lungamente accompagnato al punto da averli dentro di me come fibra dlle mie fibre!
Che bellezza e che dolcezza in queste stoffe, nel loro rivedere la luce dopo tanti anni di silenzio riportando con sè voci, fruscii, stati d'animo e atmosfere. Davvero meraviglioso. Io qualche anno fa ho riaperto delle buste in cui mia zia aveva riposto tutti gli abiti che aveva fatto per sè e per la sorella (mia madre), dunque anni dagli anni 50 ai 70, semplicemente commovente.
@ pap, abbiamo già parlato del giallo di agata intessuto sul ricordo della protagonista di una carta da parati con papaveri che stava nella sua stanza di bambina?
@ sì, marilì, i vecchi vestiti sono impregnati di stati d'animo.
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