giovedì 18 giugno 2009

Cinque desideri in cucina



Cinque desideri.

Avere una cucina immensa, come un castello, come una città, come un suk. Giro e rigiro dentro le pentole, sotto le padelle, tra le collane di agli, dietro i barattoli delle conserve. A ogni angolo una nuova via, quella delle posate puntute, quella degli stampi lucenti, quella dei fragili bicchieri, quella dei morbidi strofinacci arrotolati. Alte finestre mandano obliqui raggi nelle strade in riposante ombra, lì riluce una cipolla avvolta in veli ambrati, là luccica un mestolo.

Avere un orto con un cancelletto di legno grigio di sole e pioggia che cigola, file ordinate di erbe profumate solleticano l'aria con i loro ciuffi ondeggianti, tenere verdure si arricciolano venendo fuori dalla terra umida, lumachine passeggiano con scie argentee, piccoli scarabei luccicanti con i calzoni a sbuffo competono con me, fiordalisi si insinuano tra i rosmarini e i dragoncelli.

Avere una credenza piena di ceramiche e porcellane che cambiano, che mutano, che si muovono da uno scaffale all’altro, che mi sorprendono ogni volta che apro gli sportelli. Oggi siamo tutte bianche, oggi piene di fiori, oggi siamo sparite, oggi siamo come il servizio arcadico di Maria Antonietta, oggi siamo tutte sbeccate, oggi siamo di peltro come quelle di re Artù…

Avere un verde prato rettangolare, chiuso da alti muri di pietra dorata che fanno vedere solo il cielo, con filari di meli che fanno cadere i loro rosseggianti frutti a terra, mentre neri merli becchettano frammenti di polpa, piccoli semi. Silenzio, silenzio, silenzio, si sente il rumore delle nubi che passano.

Avere una porticina tra il frigo e il forno aprendo la quale vado in un mercato forse orientale, dove rigurgitano canestri di frutta, turbanti e sguardi scuri, acque profumate, pepi, pasticci di erbe e di piccioni, semi di ogni cosa, pani profumati di forno impilati nei cesti e avvolti in bianchi tovaglioli, immense ciambelle, piramidi di cavolo verza, di melanzane, di zucchine lunghe attorcigliate come serpi benevole…


19 commenti:

equipaje ha detto...

Donna Artemisia: gliel'ho già detto che lei -oltre agli altri innumerevoli meriti- scrive bene bene assai? E che le sue visioni sovrabbondanti e sharazadiane si fissano nella retina del lettore? Quella porticina tra frigo e forno, per dire, o quelle ceramiche mutanti, a me par proprio di poterle toccare.
Il fiordaliso tra rosmarino e dragoncello, tuttavia, mi sentirei proprio di sconsigliarlo ;)
Bisous, bisous.

Anonimo ha detto...

avere una cucina chiara, grande e spaziosa, zeppa di utensili da cucina
avere due frigoriferi che ingoiano tutto quello che preparo
avere un gatto che passeggia, osserva ed infine si arrabbia se non si serve a dovere
avere a fianco un uomo laborioso che brontola come e più delle pentole che bollono ma che non ti molla mai
avere degli amici che apprezzano quello che propini loro anche quando sono delle ciofeche e che ti regalano gioia e affetto
senza tutto questo non potrei stare
...oh ma tutto questo é casa mia

cobrizoperla ha detto...

avere sempre qualcuno che scriva così bene da incantarmi, per meravigliarmi ogni volta.
leggere, fermarmi, e poi rileggere. oh, proprio così, sono lì, ora, in quella ca' del desiderio artemisiaco...
grazie

Anonimo ha detto...

Quando ero giovane rinnegavo tutto....felicemente incosciente la famiglia era un peso, le tradizioni roba da dimenticare, una ricercatezza, anche piccola, roba di cui vergognarsi......Ma poi arrivando nell'età matura, avendo percorso strade e persone diverse, ecco che i piccoli semi che i miei con disappunto non avevano visto sbocciare hanno iniziato una loro vita dentro di me ed ecco che dai tovaglioli con le cifre ricamate, a un colapasta di alluminio ammaccato a una vecchia fotografia di mio nonno mi arrivano sensazioni di appartenenza che mi infondono serenità. Ed ho capito perchè mi sono tanto affezionata a te ed alle tue pagine....perchè tu rappresenti (per quanto ho potuto capire) quello che io ho perso negli anni e sto faticosamente ricomponendo......
Per cui ritornando al gioco anch'io vorrei una cucina grande, pulsante cuore di casa, dove hai posto per tutto e per tutti e con un lavandino sotto una grande finestra dove apoggiare a raffreddare tutte le torte che escono dal forno della grande cucina economica a legna.

Anonimo ha detto...

P.S. MarinaP.

Franz Mosco ha detto...

.. e io mi permetterei di sconsigliarle le lumachine, donna Artemisia: quest'anno siamo a un accettabile 10% di dazio da pagare, tipo una piantina di insalata su 10, l'anno scorso e' stata una lotta senza quartiere, vinta da loro. Vero che erano lumaconi senza guscio, ma quelli non li desidera nemmeno Lei, vero?

Franz Mosco ha detto...

Scordavo: bellissimi questi desideri visionari!

(un'ovazione, poi, per i propositi)

daniela ha detto...

ero passata stamattina presto, sarei stata la prima ma non ero in vena di pensare e di raccontare desideri.
Però mi sei rimasta in testa, o per meglio dire sono rimasta io nella tua cucina incantata e odorosa a cui aggiungerei solo un grande tavolo di legno, una bambina che disegna, una voce che arriva da lontano e quella porticina che tra un pò si aprirà per lasciar entrare qualcuno che amiamo...

se mi scuoto e vado a comprare le mandorle ppreparo una delle tue torte di carote...

Duck ha detto...

difficile cara artemisia non farsi suggestionare dalle tue parole incantatrici (mi associo agli entusiastici e grati complimenti di tutti).
la cucina che vorrei assomiglia molto alla tua. vorrei soprattutto che fosse un luogo dove la preparazione del cibo fosse sempre gioiosa, e che ogni singolo boccone di ogni singolo piatto nato dalle mie mani riuscisse per un qualche sortilegio a placare ogni ansia, ogni angoscia nelle persone che amo, e regalasse sempre sempre sempre un po' di consolazione e di allegria.
grazie artemisia, per le tue belle immagini!

a.o. ha detto...

allora, il desiderio di aggrapparmi alla tua gonna a ruota mentre vaghiamo nel suk dei tuoi utensili, mentre contratti sul prezzo di un chilo di chissà quale spezia che l'arabo vanta e non ti vuol mollare, mentre giriamo l'angolo e siamo già davanti alla dispensa dalle porcellane cangianti che non son mai quelle di ieri ma tanto io ieri non c'ero...
mantre ti guardo a capofitto nell'erba in estasi per il tuo scarabeo damerino, la libellula dai riflessi di rame, la chiocciolina-broche...ed io sempre appiccicata alla tua gonna rotante.
artemisia ti seguo fin dentro la casa, mi siedo al tavolo, non quello nero di roma, no, quello di marmo della valle, ricoperto di polpettine messe in fila come soldati ed aspetto che tu mi dica "aiuola,sale la nebbia, Forse Vanity attende".
wow, che sballo!

Caty ha detto...

bella questa cucina affollata ..ecco uno dei miei desideri sarebbe una cucina così grande da farli stare tutti ...e ti seguo anch'io nella magia del tuo danzare e del tuo creare ,così a piene mani , come fosse la cosa più facile del mondo..

Martissima ha detto...

meno male sono l'undicesima ^;^ certo che ti ci vedo gironzolare nelle padelle con collane di aglio e vestita di morbidi strofinacci avvolgenti ....mitica Arte ^______________^

artemisia comina ha detto...

Care amiche – amiche che conosco, ma anche, che bellezza, amiche che non sapevo di avere – che piacere avervi tutte qui, in cucina, una cucina che è senz’altro quella di aiuola, c’è il tavolo di marmo bianco, ci sono la finestra che dà sulla valle e quella assediata dal tiglio che vuole entrare e insinua i suoi rami - potenti - oltre le persiane, c’è una sedia turchese e una azzurra, c’è una bambina che disegna – questo è essenziale, grazie, daniela, di averla ricordata – e la porticina fa anche entrare, certo, perché che un amico entri è necessario, parole sante, ci vogliono gli amici che apprezzano tutto quello che cuciniamo per loro, che si consolano e che consolano, e che giocano con noi perché ci vogliono bene, e c’è la cucina economica che sobbolle e ronfa, e c’è un gatto che gareggia con lei, accidenti un gatto ci vuole, e forse è Alice, ma forse è un vostro gatto, perché mescoliamo le carte e i sogni.

artemisia comina ha detto...

un saluto a marinap, che grazie a questa cucina ci dice e con che con grande piacere apprendo esservi spesso ospite silente: un mazzo di nepitella, finocchiella, mentuccia, alloro, camomilla, silene, tarassaco, timo, alloro, e ci infilo anche un asparago selvatico, per te.

Grazia ha detto...

e certo che un gatto ci vuole...!
paziente e saggio veglia sulle preparazioni e in silenzio suggerisce aggiunte e sottrazioni.
... e alla fine viene ricompensato.

mi unisco alla tavolata di amiche e fantastico di un giorno in cui mangeremo insieme davvero

baci

artemisia comina ha detto...

grazia, prego, sei molto benvenuta, in quella cucina c'è posto, si chiacchiera e si mangia che è una meraviglia.

Franz Mosco ha detto...

gatto paziente e saggio? ok non cerco da Artemisia una delle mie due!

Anonimo ha detto...

Grazieeeee

MarinaP

artemisia comina ha detto...

@ francesca: si accetta ogni tipo di gatto.

@ marinap: prego :)))

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