



Nessuna statua come questa introduce al mondo delle imperatrici. Il volto devastato, la mano protesa. Se mai ci fu ruolo a rischio, fu quello.
In un primo tempo si suppose una damnatio memoriae. La pettinatura Severiana faceva pensare a Iulia Mamea, madre di Alessandro Severo, a Plautilla moglie di Caracalla, ad Annia Faustina moglie di Eliogabalo.
Pare invece che si tratti di Iulia Aquilia Severa, che fu due volte, brevemente, tra una moglie e l’altra, moglie di Eliogabalo. Una vestale sposata – inaudito - per congiungere le due religioni, la siriana, di cui Eliogabalo era sacerdote, e la romana. I romani non capirono o finsero di non capire. Periodo travagliato quello; diremmo, se non ci fossero tanti morti a spingere verso la tragedia, che fu l’apoteosi del pettegolezzo, o almeno che gli storici, scatenando la malalingua, sembrano averne dato quest’impressione.
La devastazione fu dovuta a un incendio e al crollo del palazzo di Sparta in cui stava la statua; non si ha notizia del destino di Iulia Aquilia Severa dopo la morte di Eliogabalo, né di una sua damnatio.
Foto di Nunchesto e Artemisia.
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