domenica 14 settembre 2008

GRECIA. ATENE. MUSEO ARCHEOLOGICO. IULIA AQUILIA SEVERA.






Nessuna statua come questa introduce al mondo delle imperatrici. Il volto devastato, la mano protesa. Se mai ci fu ruolo a rischio, fu quello.

In un primo tempo si suppose una damnatio memoriae. La pettinatura Severiana faceva pensare a Iulia Mamea, madre di Alessandro Severo, a Plautilla moglie di Caracalla, ad Annia Faustina moglie di Eliogabalo.

Pare invece che si tratti di Iulia Aquilia Severa, che fu due volte, brevemente, tra una moglie e l’altra, moglie di Eliogabalo. Una vestale sposata – inaudito - per congiungere le due religioni, la siriana, di cui Eliogabalo era sacerdote, e la romana. I romani non capirono o finsero di non capire. Periodo travagliato quello; diremmo, se non ci fossero tanti morti a spingere verso la tragedia, che fu l’apoteosi del pettegolezzo, o almeno che gli storici, scatenando la malalingua, sembrano averne dato quest’impressione.

La devastazione fu dovuta a un incendio e al crollo del palazzo di Sparta in cui stava la statua; non si ha notizia del destino di Iulia Aquilia Severa dopo la morte di Eliogabalo, né di una sua damnatio.

Foto di Nunchesto e Artemisia.

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