TOBIA, RAFFAELE, IL PESCE. BOTTICINI.

Torniamo ai nostri preferiti: l’Arcangelo Raffaele e Tobia il giovanetto che se ne vanno a spasso per il mondo in cerca del pesce miracoloso che, mangiandone le viscere, ridarà la vista al padre di Tobia.

Francesco Botticini non si limitò alla coppia, ma dipinse tutti e tre gli arcangeli, e a ciascuno associò i simboli che permettono di riconoscerli: Michele ha la spada, Gabriele il giglio dell’annunciazione, Raffaele Tobia.

E già, Tobia è un ammennicolo, un segno di riconoscimento; equivale al giglio, alla spada. Il ragazzo con il pesce dice che il bell’alato al suo fianco è Raffaele.

Questo nel codice dei simboli identificatori. Ma il codice delle immagini, gonfio di significati ed emozioni, sfugge al limite di “questo significa quello” e il ragazzo dal passo danzante diventa il quarto di una rinascimentale passeggiata, il compagno dell’arcangelo guaritore e soccorrevole con cui scambia sguardi di intesa, pur restando fermo che uno è il Grande e l'altro il Piccolo. Raffaele ha ali di piume di pavone, simbolo di Cristo: quell'uccello come Lui si supponeva incorruttibile dopo la morte; certo contribuiscono alla ricchezza dell'abito. Nella scatolina le preziose frattaglie; ma il Pesce che le mollò controvoglia, anche lui c'è (Botticini non lascia fuori nessuno) portato come una borsetta (ne vedremo di così belle, di tali borsette, in altri quadri, da farci venire delle voglie). E poi c'è lui, il Cane. Bianco e riccioluto come spesso, è un po' per i fatti suoi, un po' mesto, o forse assorto, un po' ai margini in mezzo a tutta quella compagnia.  

Intanto Michele va con aria pericolosamente severa, è l’unico che ci guarda; suppongo che la palla d’oro sia il peso con cui peserà le nostre anime nel giorno del giudizio, e forse già ci soppesa;  mirabili le babucce rosse.

Gabriele avanza con la stucchevole paffutaggine del messaggero d’amore, ma anche con l’aria di triste menagramo, come poi si rivelò; al contempo, brandisce il minaccioso giglio della purezza e mostra ali rosso fuoco: sintetizza il conflitto. E' l'unico a piedi nudi, e l'unico che pesta l'erba di un suolo cospraso dei perigliosi sassi di un cammino accidentato: rischia una confidenza con la terra che gli altri non hanno, forse mostra una maggiore naturalità selvatica.

Un paesaggio bellissimo si scorge sullo sfondo, ma è ancora tutto subordinato ai personaggi, come il cielo; verrà dopo il tempo in cui tutto si ribalta. 

Il quardo di Botticini è agli Uffizi. 1470 circa. La tavola (cm 135 x 154) si trovava sull'altare della Compagnia dell'Arcangelo Raffaello, detta "Il Raffa", nella Basilica di Santo Spirito a Firenze. Francesco era iscritto alla Compagnia. L’immagine viene da wikipedia.

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Anonimo Avellinese ricorda:

Giovane esploratore Tobia,
quindici anni a Settembre,
pressapoco un bambino.
Scrive il suo nome nella grotta del bue marino,
con la sua strana calligrafia,
giovane esploratore Tobia.

(F. de Gregori)

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Papavero chiosa:

un umano
può fare il talismano
gioco nel gioco

(con le varianti:
gioco nel giogo
giogo nel giogo
giogo nel gioco)

l'angelo cerca
il sapore del pane
e aver compagno

tra i simboli
pesce e mela ambiscono
esser svelati

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Altri post con Tobia e Raffaele, qui.