martedì 27 novembre 2007

LAZIO. VALLE DI COMINO. NOVEMBRE.


























Si gela in casa, mentre si può godere di un certo tepore nel giardino che spolvera profusioni di vecchie foglie gialle e rosse per ogni dove, mentre altre verdissime e nuove rispuntano, grate alle piogge; gli scoiattoli ancora vispi se la squagliano alla vista dei fotografi con cui amano giocare a guardie e ladri; le nebbie che un mese fa si dissolvevano al comparir del sole permangono, galleggiano, si insinuano fin nel giardino con qualche sbuffo intraprendente, restano a lungo ad allagar le valli. Posta Fibreno emerge appena con il suo vertice di case arroccate dal mare bianco e ovattato, per essere presto nuovamente sommersa. In casa di Adalgisa c’è il camino che va, ci si ferma per due chiacchiere.

Si apre con estremo coraggio una finestra per fotografare la nebbia, ma si accende il fornello grande in cucina per fare un po’ di calore, mentre sta andando il caffé. Nunchesto, sedotto dallo spirito dei tempi, ha acquistato un torrone e ne sgranocchiamo un pezzo a colazione nella cucina gelida. Per la sera progettiamo di filare e andare a cena da Le Cannardizie, speranzosi in tepori e cibi valcominesi.

3 commenti:

papavero di campo ha detto...

questa vostra casa è di una tal bellezza! sa di cose vere, anche il gelo ha il suo valore, una volta nelle case faceva freddo adesso il caldo spesso è insopportabile. E quando fa freddo si consuma in fretta e si può mangiare tanto di tutto! la val di Comino è davvero così bella? e lo scoiattolino è sempre il pasqualino settebellezze? sembra un altro mondo ma è vero ce ne sono di altri mondi a portata di mano basta cercarli, hai presente quel film di Wenders, la fine della violenza mi pare dove la protagonista in macchina ad un certo punto cambia strada così senza sapere dove, proprio ciò andrebbe fatto di più, la bellezza esiste e vivaddio anche luoghi come la tua valle

artemisia comina ha detto...

io so tutto del freddo gelido di una grande casa senza riscaldamento, ma anche degli spifferi primaverili, dei caldi estivi, dell'umido dell'autunno..esperienza infantile che mi ha fatto conoscere le stagioni, oggi disperse dai riscaldamenti.

papavero di campo ha detto...

sì so cosa intendi.Sono esperienze formative di educazione sentimentale, le radici della nostre esperienze sensoriali, che ci segnano e ci formano nella nostra essenza

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