da Artemisia Comina
Nella mia ragazzinità, Vittoria era la madre della mia grande amica Isabella. Non amava cucinare. Per fortuna in cucina c'era Dina. Quella del dolce di pere. Tuttavia, la signora Vittoria sapeva fare una semplicissima torta, che nell'essere infinitamente golosa piaceva un sacco ai bambini; anche a me, che all'epoca quando andavo al ristorante ordinavo sempre una timorosa stracciatella. Ho fatto la torta questa sera, per degli amici, da mangiare chiacchierando. Nella foto esonda; se la si vuole meno profluviale, basta non aprirla fumante, appena uscita dal forno. Inizierà a rassodarsi. La besciamella che occhieggia dal bordo è uscita quando ho capovolto la torta per sformarla. Sul tavolo di Maggio 2017. Lo spuntino della visita la museo. La torta della signora Vittoria ha due figliole: la Pizza farcita con pioggia di cipollotti, farcia semplificata, stesa più sottile, condito anche il coperchio; la Torta della signora Vittoria con farina integrale.
Pasta
500g di farina00, 1/2 panetto di lievito di birra, 30g di zucchero, 100g di olio d'oliva, 200g di acqua, 30g di sale.
Far lievitare.
Procurarsi un ruoto - lasciatemi usare questo bellissimo termine napoletano - di 32cm di diametro a bordi abbastanza alti.
Preparare un composto fatto di besciamella (a partire da mezzo litro di latte) formaggi (in questo caso, 100g di groviera e 100 di pecorino) e salumi (in questo caso, 100g di mortadella).
Rivestire il ruoto con un disco di pasta.
Farcire, coprire con un altro disco, sigillare, bucherellare, oliare, salare in superficie con un po' di sale grosso.
Inoltre l'ho cosparsa di erbette essiccate del mio terrazzo, una vera teriaca con ogni erba. Va bene anche il solo origano, o nulla.
Ho sforbiciato il bordo per la cottura e l'estetica.
La pasta ha avuto una prima lievitazione completa e nella seconda, a torta allestita, ha lievitato alquanto, ma niente di che, un quarto d'ora, gonfiando i bordi sforbiciati.
Forno a 250° per 15-20'.
Da mangiare calda.
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