martedì 26 giugno 2007

UMBRIA. VALNERINA. ABBAZIA DI SAN PIETRO IN VALLE.










Abbiamo percorso la Valnerina per andare a Castelluccio, patria di lenticchie, a vedere la fioritura estiva.

La bella Valnerina, che vale la pena di vedere in sé. Che ci ha ricordato la Dordogna, le strette verticali valli in cui un fiume scorre in fondo a verdi dirupi e piccoli paesi medioevali si aggrappano a picchi.

Il ricordo di una vecchia gita, di una chiesa romanica sospesa sulla valle mi porta a cercare un’Abbazia su per i monti. Mi pare che sia San Pietro in Valle, che comunque è molto segnalata nelle guide, sembra sia proprio da vedere. Ci arrampichiamo condotti da due cartelli che ci lasciano molto perplessi: uno grande, giallo, assai malmesso che dalla strada in fondovalle segnala in caratteri gotici una tal Residenza d’epoca, un ristorante, e un altro molto più piccolo e ancor più sbilenco e nascosto che indica un’Abbazia. Insomma, è un ristorante, o un'Abbazia?

Dopo una corta salita in macchina e la breve traversata a piedi di un bosco arriviamo su uno spiazzo sul quale dà una piccola e soleggiata facciata di chiesa, che non suggerisce per nulla la reale grandezza dell’Abbazia, che meglio si vedrebbe se ci si facesse aquile o ghiandaie e si arrivasse in volo dalla valle. Una giovane coppia tedesca fa idillico pic nic sotto ombroso albero. Alberi sfoggiano bellissimi baccelli rosa. Se lo sguardo va all’orizzonte, incontra monti verticali e verdi con aggrappate delle rovine di un borgo. Monti che alludono a profondità sottostanti, che rimandano al fiume così profondamente incastrato, insinuato nella valle da non farsi vedere quasi mai.

Ci infiliamo nella chiesa, e tra le ombre vediamo registri sovrapposti di affreschi romanici drammatici e dinamici. Noè si slancia verso le tavole della legge come un derviscio danzante, l’ampia veste che rotea. Caino balza su un insanguinato Abele come una fiera o un ballerino, con una magnifica violenza elastica che spaventa e attrae.

Verso il transetto compaiono bei sarcofagi romani trasformati in tombe e altari. Due di loro conserverebbero le sacre spoglie benefiche, oggetto di culto, di Lazzaro e Giovanni, due santi uomini che venendo dalla Siria – come le lenticchie – si fecero eremiti su questi monti, inaugurando la sacralità del luogo. Un altro conserva, forse, quel che rimane di Faroaldo, duca di Spoleto che qui finì la vita come romito. Altri duchi longobardi lo seguirono, facendo del luogo mausoleo. Poi tutto passò alla Chiesa di Roma. Oggi la chiesa è dello stato, il monastero proprietà privata. Quest’ultima cosa spiega la Residenza e il ristorante. Ma adesso ci arrivo.

Grandi cartelli di Proibito Fotografare, cosa comunque ostica per via del buio, rendono ostili alle file di cartoline in vendita. Purtroppo non ci sono pubblicazioni sull'Abbazia.

Mentre siamo lì nelle ombre a sbirciare quel che si può degli affreschi, sentiamo oltre le spesse mura un assai distinto e prossimo rumore di piatti, voci, bicchieri. A un certo punto una gran porta chiusa sul fianco destro della chiesa si socchiude e due teste fanno capoccella insieme a un raggio di sole per presto ritrarsi.

Usciamo, giriamo intorno alla chiesa oltre il campanile, e dalle parti dell’abside si apre alla vista una gran terrazzo erboso che dà sullo sprofondo, degli edifici di pietra, un matrimonio. Si intravedono cuochi dagli alti cappelli che cucinano in un cortile, camerierine che vanno e vengono, ospiti e sposi che si aggirano.

Scopriamo che nell’Abbazia si riceve. E pensiamo che valga la pena indagare. Questo il risultato della ricerca:

San Pietro in Valle. Residenza. Ristorante.

Viene certamente voglia di essere ospiti sia del ristorante che dell’albergo.

Le foto sono di Nunchesto Bibendum.

Se andate in Valnerina, vi segnalo anche Visso e Macereto.

2 commenti:

Germana ha detto...

Bello, bello, bello questo racconto fotografico della Valnerina, dei posti che sono diventati la mia seconda casa e cosi' tanto mi mancano!
Ma ancora molte sono le cose da vedere, bisogna che vi rimettiate in viaggio. Magari la prossima primavera...

artemisia comina ha detto...

ciao GERMANA!

dunque hai avuto a che fare con la magnifica Valnerina, che certo vale più di un viaggio.

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