Dicembre 2020. Vigilia in due. Uhm, qui è da marzo che si festeggia con ostinazione, che ci si prende cura dei metri quadri in cui si gira e rigira. Arriva Natale: benissimo, ci daremo giù con aberi e presepi, e infatti ecco l'abete profumato di resina che non ci siamo mai permessi, dài con tutte le lucette, tutti i pendagli, tutte le pecore, tutti i Gesù bambini, dài con gli angeli peruviani di cui feci incetta un lontanissimo Natale in cui mi trovai laggiù (ricordo mani che affondavano incredule in un sacco pieno di fragili capoccette pennute, una lira l'una), mettiamoci anche la bambolina di Quimper dall'alta cresta che mi portò l'amato zio, facendomi immaginare azzurri mari ignoti (poi feci in tempo a vederne una vera, una piccola vecchia minuta con l'alta cuffia, proprio come quella, sputata), le due lanose pecore giganti cui la suddetta bretone potrebbe andare a cavalcioni, la timida damina di porcellana, il gatto anni Venti e altra gente che se ne sta sola la maggior parte dell'anno, ma che fa curiosamente parte della tua vita, e a volte di altre vite prima della tua che purte ti appartengono, fragile preziosa catena di memorie. Ecco la Vigilia: cerco una tovaglia rossa, libero mezzo tavolo (mi pentirò: dovevo andare fino in fondo, ecchecavolo), punto tutto su un par di magnifici pesci che faranno la loro figura (meno male che c'erano loro), vi unisco una zuppetta venuta fuori dal nulla, per caso, e che - miracolo - fu buonissima. Poi basta, giusto una ciotola di cachi mela; solo per bellezza biscotti natalizi, mandorle zuccherate, graditi doni, che mangeremo la mattina dopo; i dolci, il panettone, con una cioccolata calda, rallegrarono una persistentemente notturna mattina di Natale.
Zuppetta di pesce all'acqua pazza
Pesci di sfoglia con salmone, spinaci, crème fraîche épaisse
Mandorle zuccherate di Eugenia
1 commento:
e quei due sono maghi! u ambiente veramente fiabesco
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