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Anche tra Adamo ed Eva c’era un serpente, come questo, di bronzo, che è stato ritrovato negli scavi di Efeso tra Livia Drusilla suo figlio Tiberio.
Tiberio pare giovane e ritrosamente spaventato; la madre, con il boccoletto in fronte che la distingue, ha il suo tipico volto da casalinga pericolosa, con i lineamenti determinati di chi è abituato a usare la faccia per fare la predica ai familiari anche senza uso di parola, ed è ben diversa dalla giovane brumosa e seducente del precedente ritratto.
Viene alla mente con qualche brivido che allora forse più di oggi i conflitti familiari erano altemente pericolosi, e che si poteva rapidamente passare dalla recriminazione al veleno.
Nessuno sa cosa ci facessero in questa sorta di altarino, l’uno di fronte all’altra, a perpetua memoria del loro conflittuale rapporto, con la serpe in mezzo. Serpe che ho visto ripetersi su diverse monete e apparire qua e là tra i reperti del museo, cosa che mi ha indotto a chiedermi se avesse qualche privilegiato rapporto con Artemide, dea principale del luogo, senza trovare risposta oltre a quella che mi sono data da sola sulla rilevanza, da sempre, delle serpi nelle simbologie ctonie, sotterranee, legate alla fertilità e alla vita.
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