giovedì 25 settembre 2008

Santa Dorotea, patrona di fiorai e fruttivendoli. Con Francisco Zurbaran.


 
Francisco de Zurbarán, (baptized November 7, 1598 – August 27, 1664) Santa Dorotea (1640 - 1650), Siviglia, Museo Provincial de Bellas Artes
 
Santa Dorotea è una di quelle sante del travagliato periodo di passaggio tra paganesimo e cristianesimo. Di quelle fanciulle che dimostrano la fede col martirio. Ma è anche una di quelle sante, numerose, rappresentate con la veste colma di frutti e fiori miracolosi. Spesso si tratta di pani, o cibo, trasformato in fiori. La loro storia merita uno studio a parte.

Nel caso di Dorotea, lei viene condannata a morte perché rifiuta di fare un sacrificio agli dei. Interessante, visto che i sacrifici erano libagioni, cibo, frutta, fiori. Per alcuni la rappresentazione di queste offerte, la loro pittura, sarebbe all'origine delle nature morte. Così Dorotea sarebbe l'ultima pagana e la prima cristiana, col medesimo cesto in mano. E la patrona delle nature morte.  

Un pagano la irride mentre viene portata al martirio, chiedendole frutta e fiori che le avrebbe certo procurato lo suo sposo divino; subito un bimbo miracoloso porta all'infedele (che immantinente si converte) mele e rose.

Qui la santa è ritratta due volte da Zurbaran, che fece magnifiche immagini di sante, stranianti, singolari, tra profano e divino, teatrale e quotidiano.



Collezione privata.


A Roma, di fronte alla chiesa della Santa, a Trastevere, c'è una frutteria da un centinaio di anni; oggi Er Cimotto, frutta anche esotica.

L'immagine, da qui.

4 commenti:

artemisia comina ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
merins ha detto...

non sapevo che Dorotea fosse la Santa patrona di fiorai e fruttivendoli !!!
domanda: sei stata da Anacletto al ghetto, visto che mi sembra di capire, sei di Roma?
(il grigio: o più chiaro o decisamente più scuro)
:)

a.o. ha detto...

Costume teatrale per Santa Dorotea: bellissimo abito di scena.
a.o.

artemisia comina ha detto...

aiuola, vatti a vedere tutte le sante di zurbaran se non le conosci già; sono belle non ti dico come e che.

cara papavero, sugli indici sono tutta un fermento e turbamento; mi sa che ve ne parlerò.

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