giovedì 26 giugno 2008

CANNIBALISMI. TEBAIDE.



A Pyrgi, il porto di Cerveteri, c’era anche un tempio, con un frontone sorprendente per dinamica bellezza, potenza, e per la storia che racconta. Un feroce eroe, Tideo, addenta il cranio e sugge il cervello del nemico, Melanippo. Si sono reciprocamente feriti a morte. Dietro di loro Atena, che stava portando al morente mordente un unguento che gli avrebbe ridato la vita, schifata dalla sua ferocia si ritrae. La Tebaide, Stazio. La cui storia ispira Dante per il suo conte Ugolino.

La Tebaide tradotta dal cardinale Cornelio Bentivoglio si trova tutta intera su readme.it. La morte di Tideo e Melanippo, il disgusto di Atena, sono narrati nel libro ottavo.

Tideo s'alza di nuovo, e al suo nemico
corre incontro col guardo, e poi che 'l vede
gir boccheggiando ne' singulti estremi,
e colle luci languide ed erranti,
e la sua morte riconosce in lui:
d'allegrezza e di sdegno ebbro e furente
vuol che 'l capo sen tronchi e se gli porga.
Il prende, e torvo il guarda, e si compiace
in rimirarlo, ancor che tronco, in giro
rivolger gli occhi torbidi e tremanti.
Tanto bastava al misero: ma chiede
maggior misfatto l'empia Furia ultrice.
E già scendea dal ciel (placato il padre)
Pallade non più mesta, e a l'infelice
dell'immortalità portava il dono.
Ma quando il vide di cervella e sangue
ancor fumante satollar le labbra,
nè poterlo staccar dal fiero pasto
inorriditi i Greci: in su 'l Gorgone
si drizzaro le serpi, e della Dea
velâr la faccia, ed essa abbominando
il capo torse, e pria di gire a gli astri,
purgò la vista con il sacro fuoco,
e dell'Eliso si purgò nell'onda.


Questa immagine era già in AAA entro il post dedicato a Villa Giulia, il museo romano dove il frontone è conservato, ma avendo aperto il filone Cannibalismi le dedico un post ad hoc.

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