mercoledì 20 febbraio 2008

LA CASA DI CAMPAGNA DI P.A. E ALBERTO. MATTINA.




































Be’, volevamo vederla anche con la luce del sole, questa casa. Una bella luce gelata e luminosa, che non scoraggia i fiammeggianti germogli della rosa, ma ricaccia dentro gli umani, che appena giù dal letto danno fuoco ai camini, fanno borbottare bollenti caffettiere, affettano pagnotte che da queste parti sono squisite, spalmano fette con dense marmellate di cotogne e chiacchierano, chiacchierano, chiacchierano.

Chiacchierano di altre stanze da completare, di mobili da spostare, di spazi da aprire, di piante da piantare. P.A. non la finirebbe mai, ogni muro trema quando sente su di sé il suo sguardo pensando a ciò che presto potrebbe accadere. Mentre parlando e descrivendo attraversa stanze, abbatte pareti, apre porte, chiude finestre, vi sfila da sotto poltrone e le ritappezza, cambia bruscamente i destini di una placida scrivania.

Ma è già ora di apparecchiare la tavola, arriveranno presto molti ospiti per il pranzo della domenica.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

mamma mia come è bella!
è bella come p.a. e alberto,
bella, io non ci metto altri aggettivi
pomaurea

artemisia comina ha detto...

secondo me, se sei buona e brava, un teuccio vicino al camino con parecchi biscotti lo rimedi :)

Anonimo ha detto...

farò l'angioletto...
contornato di nuvole rosa e azzurre... un po' anche oro, va'....
pomaurea

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