mercoledì 13 agosto 2014

Venezia. Museo di Storia Naturale, la grande caccia africana del Conte Giuseppe De Reali.




 
A Venezia dall’Ottocento alla prima metà del Novecento ci fu una famiglia di assai ricchi proprietari terrieri e  industriali, i De Reali, resa nobile dal Savoia dell’epoca, di cui non avevo idea alcuna, e di cui di punto in bianco incontro un membro, tal Giuseppe, nel Museo di Storia Naturale.
Il suo ritratto ce lo mostra inglese, e nobilissimo – non so come abbia fatto – appena un po’ sopra le righe. L'uomo era evidentemente impegnato in una trasformazione di sé in entità aristocratica, nel collocarsi in un "alto" in rapporto a un "basso". Di qui i trofei e la "caccia grossa", il confronto con la Bestia che  creava, nel passato, i re.

Le stanze a lui dedicate ci mostrano che fu un indemoniato sterminatore di animali africani: elefanti, leoni, ippopotami, bufali, gazzelle, tutti caddero sotto la sua mannaia. Ciò che colpisce – molte cose colpiscono in verità, dal rosso delle pareti al desiderio di mostrare una strage infinita moltiplicata dalle vecchie foto in cui si intravedono immensi animali piegati sotto le zampine crudeli degli uomini, al lampadario di Murano tra tante corna – è che la bestia vinta viene sempre mostrata all’attacco, denti digrignanti, anche se magari se ne stava invece tranquilla e fu colpita alle spalle mentre pensava ai fatti suoi. Ma la retorica è eroica, "maschia", esagerata, nobilitante, e l’allestimento ripete quello che il Conte aveva pensato per la sua bella villa a Dosson, comune di Casier.

Sarà per tutto questo che le stanze rosse dedicate al Conte De Reali  hanno un'aria rituale, piene come sono di attrezzi il cui conforme uso piegerà la realtà a ciò che si vuole (intanto si comincia dal piegare la Bestia). Ben curioso che tutto questo sia stato associato alla natura, all'illustrarla in qualche modo, come se vedere un tappeto a righe con quattro zampe fosse vedere una zebra, avere a che fare con lei.

Cos’ è questo museo: si dice di storia naturale, ed è culturale come pochi, fino allo stupore, allo spasimo. 


 



 

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