Da Cucurbita
Carissimi accademici, vi propongo un piatto di pasta tipicamente veneto. Per una cena estiva magari seduti sotto un platano in un campo (veneziano, o di erba appena falciata?). Si può gustare sia caldo che freddo (questo li rende adatti alla festa del Redentore, come piatto da portare in barca); ci vogliono i bigoli mori, degli spaghettoni integrali (molto apprezzati quelli di Bassano del Grappa). Come vino proporrei un bianco giovane dal profumo delicato, con sentori di sambuco dal sapore asciutto, fresco e di corpo sottile e armonico con fondo leggermente amarognolo. Colore giallo paglierino talvolta tendente al verdognolo; Nunchesto ha già capito che non é altro che il Soave classico Inama. Nota sui bigoli: qui trovate la foto di uno degli attrezzi per farli degli inizi del Novecento; l'impasto, molto tosto, fatto fondamentalmente di sola acqua e farina non raffinata, passa per dei buchi di circa 3mm, quindi viene messo ad asciugare. Col tempo e la ricchezza si sono usate anche le uova, la farina bianca e in qualche caso le spezie come la noce moscata.
Per 500gr. di bigoli mori.
Pulire 6 acciughe sotto sale sotto l'acqua corrente togliendo la testa, le lische, il sale e tagliarle a pezzetti.
Cuocere lentamente l3 grosse cipolle bianche affettate finemente in olio extra ver. di oliva finché saranno diventate cremose.
Aggiungere le acciughe e pepe nero macinato al momento.
Mentre le acciughe spariranno nel mare di cipolle, cuocere i bigoli e dopo averli scolati bene al dente condirli con questa gustosa salsa.
Versione di Artemisia
Siamo appena arrivati a Venezia; nonostante l'avanzata di negozi di monnezze varie al posto delle vecchie botteghe, troviamo Ballarin alimentari che resiste in Rio Terà San Leonardo e che vende cose buone oltre che offrire soccorso; comperiamo i bigoli; abbiamo un vasetto di salsa con le acciughe di Fermi, scopriremo che è ottima; ecco pronti i bigoli in salsa; sempre da Ballarin un ottimo Taleggio e delle squisite piccole olive taggiasche. Abbiamo un po' di buona mostarda veneta, un salame, del buon pane, un po' di speck (non eccelso, non ricordo più da dove venga): il tavolo di rame, la stanza gialla ci accolgono come tante altre volte. Arriva anche Pomaurea con il treno delle otto, capodanno si avvicina.
6 commenti:
Io sono di Bassano. Noi li mangiamo di tradizione con l'anatra ( BIGOI CON L'ANARA) e caldi.. Mangiarli freddi, come dici, è effettivamente una tradizione veneziana.. Inoltre c'è l'aggiunta del pangrattato su quest'ultima.. alla fine.. una bontà betty
io sono di origini venete. i miei parenti li mangiano sempre la notte del 24 dicembre. che buoniii!!!!
certo viene la tentazione di farli; ma l'attrezzo non è bagattella.
Il mio primo approccio con l'attrezzo per fare i bigoli è stato attraverso una scena di un vecchio film con Ugo Tognazzi, Il Commissario Pepe. L'integerrimo tutore della legge si presentò in una casa di periferia (pare che la città, pur senza mai nominarla, fosse Vicenza)dove si sospettava che una giovane prostituta, tal Diotallevi Maristella, convivesse con un gruppo di studenti universitari di buona famiglia, prestando loro ogni cura possibile ;))). Effettivamente le cose stavano così: tutti vivevano d'amore e d'accordo, studiando e divagandosi con la bella Maristella che, in quel frangente, stava giusto passando al torchio i bigoli per servirli a pranzo.
Li ho cucinati anch'io un paio di volte, con le stesse modalità di Cucurbita (la ricetta me la diede la nostra comune amica Sandra)e li ho trovati paradisiaci.
Mi appunto il nome del vino da servire assieme.
ultimamente li ho magiati un paio di volte da Fiore a Venezia, nel menu che servono a pranzo, fatti così bene che meritano una visita.
Volevo solo dire ciao a Cucurbita, bello avere una nuova 'coinquilina'!
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