VICEVERSA. ANDROMEDA.

Molte sono le Andromede dipinte che se ne stanno languide e offerte al mostro come un cespo di lattuga appassita e rassegnata. Questa che Théodore Chassériau dipinge nel 1840 almeno è vispamente terrorizzata e soprattutto vivamente contrariata.

Breve sunto del sunto: una regina superba si vanta così tanto della bellezza della figlia, da offendere gli dei perennemente invidiosi, che condannano la bella a essere divorata da un mostro. L'eroe Perseo passa di lì, la vede incatenata a uno scoglio, si innamora, le chiede cosa accidenti stia facendo, quella risponde, ma:

"Non ha ancora finito di informarlo che un frastuono si leva dalle onde e una belva s'avanza, dominando l'immenso mare tanto da ricoprirne gran tratto con l'ampio petto... Come una nave, col rostro puntato in avanti, solca di slancio le acque, spinta dalle braccia e dal sudore dei giovani, così la belva, frangendo le onde col petto possente, ormai dista dagli scogli soltanto quel tratto d'aria che può percorrere un proiettile di piombo, fatto roteare e scagliato da una fionda delle Baleari..."

Perseo entra in scena e aggredisce il mostro a colpi di spada.

"...ferito gravemente, il mostro ora spicca balzi in aria, ora si tuffa in acqua, ora si dibatte come un feroce cinghiale che una muta di cani, latrandogli intorno, atterrisce...dovunque si scopre, Perseo lo trafigge con la spada falcata, colpendo ora le terga incrostate di conchiglie, ora le costole, ora la parte posteriore che si assottiglia in coda di pesce. "

In conclusione, Perseo salva Andromeda uccidendo la bestia.

Così ci racconta Ovidio ne Le Metamorfosi, traduzione di Giovanna Faranda Villa, BUR, Milano 1999.

Sia per l'immagine che per la storia di Andromeda, vedi Wikipedia.