![](https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj57P5bYHa5D-QJDLXH3cx-jlKGIqVtHaLvcZrb3M0Z2IWT9_EBaG2G4rzDmUdSf_ZIqcrUkXpobx0Oo9mfQ5JQpseAs0D8eoMwY-iPU1z2g57ZNRKxqI4ZlHQhg00Etl5SyDTGx1_mW10/s1600/gelso.jpg)
Ho sempre avuto un rapporto non facile con questa pratica. Vorrei tanto poterla ignorare e lasciare che le piante vadano per loro conto lungo un percorso che sanno solo loro... Insomma un po' di foresta vergine ( e un po' lo faccio). Ma a quanto pare non si può o non si deve. Ogni due o tre anni, il gelso va potato così, drasticamente, se si vuole che la chioma si allarghi di nuovo a far splendida ombra sulle tavolate estive. Una volta non era certamente questa la loro funzione. I rami si tagliavano per fare pali, quelli più esili per il fuoco e le foglie spesso per foraggio (prima prima, come cibo per i bachi da seta). Una volta si diceva: i contadini toscani hanno il prato sugli alberi. Così eccoci al momento fatidico ed ecco il prestante troncone. Per mesi adesso si spierà fiduciosi il suo rinascere.
Nessun commento:
Posta un commento