mercoledì 25 febbraio 2009
TOBIA E RAFFAELE DI JEAN CHARLES CAZIN.
Questo è un congedo. Tobiolo, Raffaele, arrivati nel XIX secolo, si separano. Tobiolo è acconciato da pastorello lezioso e forse strafottente, Raffaele stenta a restare un angelo nella sua tunica da recita in chiesa. Stanno liquidando le loro ultime questioni, poi andranno ciascuno per la sua strada. La soffice erba in tutte le variazioni del grigio, azzurro, bruno, il paesaggio cilestrino, l’acqua stagnante, nel taglio verticale del quadro hanno l’aria di un luogo di sosta, forse di stallo, privo di quelle aperture di orizzonte che tante volte hanno lanciato la coppia unita verso degli altrove promettenti di spazi e di percorsi. Il cagnolino non c’è più, è finita l’emozione dl viaggio.
Gli altri Tobia e Raffele di AAA, il ragazzo e l'angelo che vanno alla ricerca del pesce miracoloso che guarirà il padre di Tobia dalla cecità, qui.
Jean-Charles Cazin
1841-1901
Musee des Beaux-Arts, Lille, France
L'immagine, da qui.
Biografie di Cazin, qui e qui
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2 commenti:
scena pittorica rimbalza all'osservante che farnetica
dialogo fra i due
ipotesi 1) tra l'uomo in cappello e la donna in tunica
lei: " prendo i voti, vado via"
lui: (non fa una piega) "ho idea di imbarcarmi per le americhe!"
ipotesi 2:
lei o lui (è un angelo!)
"quel che ti ho detto spero tu sappia metterlo a frutto"
lui: "ci ho capito poco, se avrò bisogno e ti chiamerò verrai da me?"
Anche:
"ricordati che mi devi sei sesterzi".
(interrogativo: l'angelo a Tobiolo, o viceversa?)
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