mercoledì 3 dicembre 2008

FRANCIA. ARDÈCHE. SANILACH. IL RISTORANTE DELL’AUBERGE DE LA TOUR DE BRISON.
















Una strada che si arrampica, si arrampica, finendo dentro un paesino di piccolezza inusitata, Sanilach, ci salva dal casino dell’Ardèche, portandoci in un albergo affacciato su molte valli, gestito da una famiglia di ammirevole bizzarria.

Al nostro pomeridiano arrivo tutto tace in tranquillità, sembra quasi che non ci sia nessuno. Cercando nel silenzio, troviamo due belle fanciulle assai giovani che, guarda nel registro, vedi negli appunti, vai a chiedere “di là”, ricomincia da capo tra volteggi e sparizioni, non trovano da nessuna parte la nostra prenotazione. Hanno, nella catastrofe che vanno producendo, quell’aria svagata di chi ha la mente irrimediabilmente altrove rispetto al luogo dove sei tu, quell’impressione di vederti appena e di voler tuttavia occuparsi di te non appena ritroveranno un po’ di senno, che vedremo poi caratterizzare la famiglia tutta. A un certo punto, quando noi, non conoscendoli ancora, eravamo quasi disperati, ecco che le due tra una giravolta e l’altra ci mettono la chiave di una stanza in mano e pressappoco ci dicono dove andare a ricoverarci.

Alla sera saremo presi nella stessa danza. Ci sediamo a un tavolo sulla bella terrazza, sotto la pergola, e ordiniamo la cena a una signora che con qualche confusione ci ha declinato un menu. Appena l’operazione si è conclusa, ecco che arriva un’altra dama del luogo e ci chiede chi siamo con una certa aria brusca, lasciandoci alquanto di stucco. Ah! Siamo ospiti anche dell’albergo e non del solo ristorante! Allora no, l’ordinazione appena fatta non va bene, come mai è successa questa cosa? Non sappiamo che dirle. Dobbiamo ricominciare tutto da capo, per noi c’è una lista diversa. Obbediamo. Con lo stesso ritmo distratto e confusionario che ci lascia in sospeso circa la comparsa effettiva delle ordinazioni, ci arriva una serie di piatti: un buon patè con una gelatina profumata, un agnello cotto in modo davvero magnifico – Nunchesto aveva letto che il proprietario dell’albergo è un bravo chef – un assortimento di formaggi apprezzabile che include una sorta di boulette d'Avesnes molto aromatica e fatta in casa, e una crostata di albicocche squisita di un’estrema semplicità. Sentite bene: fondo di frolla, mezze albicocche ben dorate, una colata di gelatina di albicocche, scaglie di mandorle.

Vediamo che il ristorante è apprezzato, e da non si sa dove arriva parecchia gente che lo riempie; la notte cala, qualcuno va a mangiare entro la veranda dalle grandi vetrate.

Auberge de la Tour de Brison
Sanilach

4 commenti:

a.o. ha detto...

Il patè in gelatina mi fa moooolta gola, ma che di che bacche trattavasi?
In realtà anche l'agnello, e il suo intingolo, mi fanno un certo effetto.
Buffi i padroni di casa.

niky ha detto...

guardando solo le foto dei vostri piatti il posto mi è sembrato parecchio attraente, a leggerne il resoconto invece mi ha inquietato abbastanza :))
le bacche nella gelatina sembrano pepe rosa...

artemisia comina ha detto...

aiuola, sono bacche, come dice niky, di pepe rosa.

niky, è un posto che consiglierei; una vera salvezza in una regione un po' selvatica e insieme casinara, dove la selvatichezza locale diventa con i proprietari "squinternati" divertente atmosfera.

artemisia comina ha detto...

aggiungo: quell'agnello era squisito.

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