giovedì 11 settembre 2008

GRECIA. ACROPOLI.













Trenta anni di restauri, un immenso cantiere.

Nitore imponente e luminoso del Partenone, la cui mancanza di soffitto proietta verso i cieli l’occhio che la attraversa; bizzarria aggraziata dell’Eretteo, con il suo moltiplicarsi di corpi e logge e ingressi, un granchio sulla roccia. Perché l’Acropoli è rocciosa, e il passo cammina e anche scivola su scudi di roccia, e su quella emerge la pietra finemente lavorata. Quella pietra lavorata della quale anche oggi gli archeologi si dilettano, e i cui campioni di bravura, sotto forma di bianchi sassi in cui si evidenziano prove di scanalatura, giacciono qua e là. Il teatro di Dioniso, specchio riflettente; commozione per le figure supersiti.

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