Siamo in Verdure e Vegetali, Verdure e vegetali. Di tutto un po'. Questo e quello.
Da Artemisia
Siamo fuori tempo massimo con le fave, ma voglio con esse celebrare la cucina fatta con “gli scarti” - qui baccelli di fave appunto, a tocchetti stufati con pomodorini e cipolle, ingenuamente buoni. Aumentando il liquido sarebbero una buona zuppetta, con una fetta di pane abbrustolito. Con Mercedes si procede in cucina in basso-alto profilo. Siamo al contempo due salvadoregne che abitano una capannuccia mangiando tortillas e fagioli, e una chef multietnica con una mite assaggiatorice. Qui prevale Mercedes: Che fa, mi dice, butta i baccelli!? Sono buoni da mangiare! E fa questo stufatino. Sì, sono buoni da mangiare. Da qui deriverà anche una successiva Zuppa di fave, baccelli e semi. Con i soli semi ci si fa invece questa Zuppa di fave della Val di Comino.
Pulire un bel mazzo di fave: sbucciarle e conservare le bucce. Qui si usano solo quelle. Con il resto - i semi - fare altro.
Le bucce delle fave vanno ripulite di filamenti, piccioli, ammaccature e fatte a tocchetti.
Padella, olio d'oliva, cipolla affettata finemente, soffriggere soavemente.
Aggiungere i baccelli, soffriggere un minuto o due.
Aggiungere un bel ciuffo di pomodorini spaccati (un po' meno delle fave, circa la metà) ammansirli dolcemente fino a quando tireranno fuori i loro succhi e questi si addenseranno un po', e i baccelli si saranno inteneriti.
Sale.
Valutare se si vuole introdurre un po' di aggressività aromatica con un giro di pepe nero di mulinello.










Nessun commento:
Posta un commento
commenti