venerdì 1 maggio 2015
Totani ripieni come in Sicilia
AAA si misura con la cucina siciliana in modo più o meno ortodosso, o a essa si è ispirata, o l'ha ricevuta in dono. Le ricette sono divise in Primi piatti; Schiacciate, 'mpanate, torte rustiche; Dolci; Menu; Di tutto un po'.
Da Artemisia
Seguo le indicazioni di Stefania Barzini, dove sono date le dosi con precisione. Qui si va con una manciatina di questo e due di quello, perché andavo di fretta e non pesavo, e perché è un piatto perfetto per andare a naso, fissati gli ingredienti: magari cambiando un po' gli equilibri di volta in volta. Punti fermi: non abbuffate i totani di farcia, o scoppieranno: riempiteli fino a tre quarti, e poi inchiodateli con un paio di stuzzicadenti (ho trovato agevole trafiggerne il bordo da chiudere da parte a parte, stile San Sebastiano, senza ripassare due volte lo stesso stuzzicadenti nel loro tosto tessuto: tiene ed è più facile sfilarli dopo). In cottura si ritirano, guardate il tegame: all'inizio lo riempivano; e il ripieno invece gonfia. Alla fine era avanzato un totano e una certa buona quantità di sugo: 160g di mezzi rigatoni sono stati conditi con quello sminuzzato e il sugo, e una manciata di pecorino grattugiato. Molto buono. Consiglio di farli apposta per condirci la pasta: Pasta con sugo di totani ripieni.
Per sei totani, due persone.
Farcia
Tolti i tentacoli, li triturate (grossolanamente, così mi garbava), li scottate in tegame con olio d'oliva e uno spicchio d'aglio e tolto quello e li mettete in una ciotola.
Aggiungete del pane sbriciolato (una fetta modesta e ottima di un pane scuretto di Le Levain, con dentro un sacco di olive viola buonissime), una manciata di olive verdi dolci snocciolate e triturate, una di prezzemolo triturato, una di pecorino non aggressivo grattugiato, una di uvetta sultanina, una di pinoli; poi una cucchiaiata di capperi dissalati - se piccini come i miei senza triturare - 25g di acciughe sottolio sminuzzate (se avete voglia di fare appena un po' più di lavoro, quelle sotto sale dissalate), sale con prudenza (ci sono capperi e acciughe), pepe nero appena macinato.
Riempite i totani a tre quarti, trafiggeteli con un paio di stuzzicadenti perché il bordo si chiuda.
Metteteli in tegame di coccio affiancati, con un po' di olio d'oliva e uno spicchio d'aglio: fate rosolare per una decina di minuti:
Sfumate con mezzo bicchiere di vino bianco secco.
Aggiungete due manciate di pomodorini da sugo, prima sbollentati perché si sbuccino facilmente e, appunto, sbucciati; se sono molto piccini, come i miei, dopo averli sbollentati passateli al passaverdure.
Fate andare per 25' circa, coperto, a fuoco medio basso; se in fine il sugo fosse liquido, cavate via i totani tenendoli da parte e fate andare ancora una decina di minuti scoperto perché tiri.
Quindi rituffateci i totani perché tornino a temperatura giusta.
Serviteli con foglie di basilico fresco qua e là.
Voglio dare una possibilita' ai totani, che non ho mai considerato molto, stante la mia preferenza per i calamari. La ricetta mi sembra perfetta: la seguiro' religiosamente.
RispondiEliminaPS certo che paragonare un totano al buon san Sebastiano, ai miei occhi appare un tentativo di martirizzarlo una seconda volta :)))
:D :D
RispondiEliminaA Nunchesto sono piaciuti assai, totani e pasta (eppure andava ricordando quelli mangiati a Palermo nei posti speciali dove lo portavano i suoi amici indigeni, quindi dovevavo essere buoni).
RispondiEliminaNon hai idea di quanto mi piacerebbe andare in Sicilia a gustarmi dei manicaretti come questo.
RispondiEliminaUn carissimo saluto a Nunchesto.