Arriviamo a Venezia come due sprovveduti: c'è la Biennale, la città è piena di gente. Solo dopo molti no troviamo posto a Il Rèfolo, che del resto volevamo provare: è tenuto dal figlio dei ristoratori di Da Fiore, si spera che si mangi bene. E dopo aver mangiato seppie con il nero, sarde in saor, crema di zucchine, pollo al curry, pensiamo che in effetti la scuola della cucina di mamma deve entrarci qualcosa. Io apprezzo molto un pollo dove il curry finalmente non è sbiadito, un po' meno la crema di zucchine che non ha un vero perchè, il Nunche si gusta sarde e seppie. Il Rèfolo sarebbe una pizzeria più ancora che un ristorante, ma la mia diffidenza meridionale mi fa evitare questa pizza nordica, che sbircio e mi pare troppo sommersa dai condimenti, senza respiro per la pasta, ma forse il pregiudizio mi acceca. Fornita la cantina.
Il campo è bello, il Campiello del Piovan, tutto occupato dai tavoli sparsi de Il Refolo, che è piccino al chiuso e grande all'aperto, e per ciò assai popolare d'estate e amato da chi arriva in barca: c'è un canalee e sulle sue acque si riflette una di quelle teste pensose, quasi ingrugnate, e barbute e auliche che così spesso coronano le porte veneziane e che AAA tanto ama.
Piovan: da piova, pioggia, ovverosia il guardiano dei pozzi, cioè il prete. Così dice venessia.com
Che qui ci fosse un prete ce lo dice un bizantino campanile severo di una delle chiese più antiche di Venezia, che svetta su di noi e conserva nelle mura alte e chiuse una certa aria militare, da soldato avvolto nel mantello fino agli occhi, così rara in città. Siamo alle spalle di un altro campo, grande e bello, molto popolare tra i veneziani, un campo per la sosta sotto gli alberi, anch'essa qui rara. E anche per questo pieno di mamme e bambini e vecchi signori. Il campo prende il nome dalla chiesa, San Giacomo all'Orio.
ll Refolo
Santa Croce, 1459
tel. 0415240016
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