Novembre 2008. Una cena intorno a una pentola fumante e tre vini. Per una volta tanto, iniziamo dalle scelte di Nunchesto: uno Champagne per l’amuse bouche e la sete provocata dal caldo novembre, poi un Borgogna Côte de Beaune del 2000 che teneva da parte da otto anni, il Savigny Les Baunes Les Lavières Premier Cru del Domaine Chandon de Briailes che vinifica con una alta percentuale di grappoli interi, da non consumare giovane; questo vino ha aromi e corpo intensi. Subito dopo un altro denso rosso italiano, il Valpolicella Classico Superiore Quintarelli 1999, perché gli ospiti comparassero. Si tratta di un vino vellutato, quasi cremoso, dagli aromi di frutta rossa. Ha riscosso più successo quest'ultimo. Sorpresa! Questa volta un’ospite è arrivata armata di macchina fotografica, e il tiro è stato incrociato. Per celebrare il primo novembre, tovaglie africane, piatti ottocenteschi, e poi francesi, egiziani, giapponesi e una candela verde e spinosa. Menu: Crostini di Castelmagno e crema di cipolle, Tajine di pollo al limone, Riso pilaf con un misto totale di spezie (ne ho mescolate di ogni tipo, ma proprio di ogni tipo, per aromatizzare il brodo vegetale del pilaf), Purè di sedano rapa, Charlotte di mele con cioccolato e marmellata d'arance.
Crostini di Castelmagno in crema con cipolle di Tropea caramellate
Tajin di pollo al limone
Riso pilaf con un misto totale di spezie
Purè di sedano rapa
Piccole charlotte di mele al cioccolato con marmellata di arance e rum
Artemisia, ho dato un'occhiata al tuo blog, è bello vedere tanti fotoracconti dettagliati!
RispondiEliminaMa questa cena era organizzata proprio per la degustazione dei vini o semplicemente era una "normale" cena tra amici?
Artemisia, ti scrivo dall'ARgentina, COMPLIMENTI, per queste bellissime fotografie, ricette, e immagini.
RispondiEliminaUn piacere.
Tanti saluti
Ana
Ammiravo negli ultimi post le ricette, ma ora rimango estasiata da tutti questi piatti meravigliosi. Sono tutti souvenirs di viaggi? Una bellissima tavola dai sapori e dai colori internazionali
RispondiEliminaCiao
Alex
Rossa di sera, ben arrivata in AAA. Mi raccomando, non fare la koulibjaka (avrò scritto bene?) senza avvertirmi! Mi sa che prima o poi ne vedrai qui una versione; effettivamente, come dicevi, a me la ricetta è arrivata dalla Francia. Io amo molto le torte salate di ogni forma e farcia.
RispondiEliminaNo, non era una serata di degustazione, ma un incontro abbastanza improvvisato tra amici, anzi, proprio improvvisato, perchè quando sono uscita la mattina dell'uno come una scema per fare la spesa ho visto i negozi chiusi e ho dovuto cambiare di corsa tutto il menu da pesce a carne, e Nunchesto mi ha seguito con i vini.
Penso abbia servito questi perché speranzoso che almeno un ospite apprezzasse degustare :)
Ana, benvenuta in AAA, e grazie per il modo in cui ti godi la visita.
RispondiEliminaHo visto i tuoi blog, e che sospresa! dedicati ai treni e alle ferrovie argentine! Il mondo del web è davvero variegato e interessante :)
Alex, sono una gazza ladra del coccio: ove lo vedo, lo acchiappo. L'unico limite è la capienza degli armadi.
RispondiEliminaMi piacciono le tavole mescolate e piene di cose spaiate, bicchieri, posate, piatti, che si incontrino per amore e non per nascita.
anche gli ospiti, con prudenza, li mescolo :)))
Disgraziatamente, il piatto giapponese viene da Parigi. Il Giappone è un desiderato viaggio...L'egiziano da Roma, ma almeno in Egitto ci sono andata; il francese da una poterie magnifica spersa nei campi della Francia meridionale, gli ottocenteschi da un antiquario romano, le tovaglie da Parigi, i tovaglioli da un negozietto di Orvieto che vendeva lini spaiati, le posate dagli USA...e poi così, dove capita, la gazza prende :DDD
da te c'è sempre da deliziarsi la vista... non potendo farlo (se non virtualmente) con il palato!
RispondiEliminaMarzia, quando tra un monte e un altro passerai da Trastevere...
RispondiEliminaottimo menù , la tavola dà gioia se vissuta in allegria. dopo 24 ore ho il pan briosche ottenuto dalla tua ricetta ( ci credi? ci son riuscita!) e per stasera charlotte alle mele! ancora grazie !
RispondiEliminasempre belli i tuoi piatti, sia per forma che contenuto. ma anche la tovaglia. e il cactus di cera!
RispondiEliminaCaty, il successo bel pan brioche mi fa molto piacere: evviva.
RispondiEliminacharlotte di mele? anch'io non ho esuarito la voglia di charlotte di mele, e mi sa che martedì - aspetto un gruppo di lavoro serale - ne faccio un'altra con mele (o pere?) caramellate e marrons glacés!
niky, confesso una forma di piattomania :DD
RispondiEliminaValpolicella Classico Superiore Quintarelli 1999, 50 Euro. Degli altri 2 non ho il coraggio di indagare :-) Non me ne vogliate, ma a me sembra che ci sia del distacco tra il cibo e il vino. Chiaro e ovvio che ognuno fa quello che vuole delle proprie risorse e mi scuso in anticipo se il curatore enoico si riterrà offeso, mai il cibo di questa serata ed in genere tutto quello di cui si parla sul blog e che mooolto mi piace, questo cibo dicevo sa di legno, di terra, di cose semplici reinventate con eleganza, sia che facciano parte della tradizione che quelle inventate di sana pianta. Su queste pagine non ho mai letto di foie gras o astici Termidor et similia, e ne sono felice. Mi sarei aspettato qualche vino di un produttore da scoprire, magari con ancora una rapporto di qualità prezzo da comuni mortali. Intendiamoci, un gran bel bere in assoluto, che suggerisce passione in chi legge, ma mi ha dato l'idea, come dire, di essere come il Duomo di Cefalù o le Piramidi. Eccezionali, ma fuori scala.
RispondiEliminaSaluti cari e grazie per il divertimento quotidiano che mi procurate.
AV
Alla spiccolata:
RispondiEliminaastice? un animale vivo in una pentola credo proprio che mai ce lo metterò...mi identifico troppo.
foie gras fresco, buono! ma vai a trovarlo...sì, saprei dove. ma difficilmente mi viene in mente come parte di un mio menu; forse alla fine preferisco ricordarlo in Perigord, offerto proprio come un cibo semplice, di campagna, con conserva di cipolle e fette di pane casereccio. In realtà, ho anche un magnifico libro di ricette perigordine...chissà.
Congiunzione di astice e fois gras, giammai; ovvero, vengono alle mente i tristi cenoni di capodanno, con la loro drammatica angoscia di fondo e la finta ricchezza rituale.
i vini di questa serata? un afflato del cuore di un Nunchesto che teneva lì da un pezzo le preziose bottiglie, e la speranza sua che ci fosse almeno un ospite con cui condividere.
Sdoganiamo questi splendidi vini dall'obbligo dell'abbinamento "perfetto" e guanti bianchi.
RispondiEliminaChe cosa mi vengono a significare questi condizionamenti, trappola della gioia di godersi una, o "la", bottiglia di vino quando e come lo si ritiene più opportuno. D'accordo il palato ma, badiamo bene, che protagonista DEVE rimanere il convivio e quell'insostituibile piacere nunchestoniano della condivisione.
a.o.
con eretiche perturbazioni in transito da area papaverina.
aiuola che passa come nube che corre nel vento....
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