Circa Furore. Giacomo
Ricci. La costruzione del paesaggio. Studio preliminare dell’Immagine
Panoramica di Furore per la costruzione del piano del paesaggio delle
città costiere, Archigrafica 4 . 2016 http://www.archigrafica.org/pianofurore.pdf
In
altre parole possiamo dire che il panorama è percezione dei segni del
paesaggio, frutto di uno straordinario compromesso, organico ed
equilibrato, tra artificio e natura, tra opera dell’uomo
storicamente stratificata e reazione della natura che ne mette
in crisi l’equilibrio e la consistenza. E questa dialettica
molto spesso prende l’evidenza di una lotta drammatica, proprio come
nel caso di Furore, come vedremo più innanzi. Ricci, p. 9
l
banco roccioso della penisola sorrentino-amalfitana è stato
ricoperto, nel corso dell’ avvicendamento delle ere geologiche,
da un manto di frammenti e di polveri piroclastiche
provenienti dalle eruzioni del vicino Vesuvio. Il manto
piroclastico, una volta depositatosi, laddove la pendenza della roccia
sottostante lo ha permesso, è stato reso fertile dalla
lenta azione degli agenti atmosferici, dalle acque piovane e dalla
macerazione degli elementi vegetali. Ed è a questo punto che, durante
il corso della storia, è intervenuta, lenta ma costante nel tempo,
l’azione modificatrice della mano dell’uomo. Il manto piroclastico
fertile è stato come “addomesticato”, per così dire, dall’azione umana e
predisposto per l’agricoltura. A seconda della pendenza della roccia,
laddove possibile, gli antichi abitanti della costiera hanno costruito
un ingegnoso quanto semplice sistema di sfruttamento razionale del suolo
a disposizione, basato sulla realizzazione dei cosiddetti
“terrazzamenti” o macere, un espediente costruttivo basato sulla
realizzazione di muri a secco che individuavano una sorta di “vasche”,
comprese tra la rupe e la macera stessa, nelle quali immettere, alle
varie quote, il terreno portato dal fondo valle. Il terrazzamento si è
adattato alle varie situazioni locali e, a seconda della pendenza
iniziale, ricorrendo anche alla sagomatura della parete
rocciosa per adattarne alla meglio il declivio naturale, ha permesso
la costruzione di un suolo agricolo interamente “artificiale”, fatto
“ad arte”, insomma, che potesse dar luogo alla costituzione di aree
pianeggianti da utilizzare per l’agricoltura. Naturalmente, dati i
limiti propri delle tecniche di costruzione disponibili, ognuno
di questi terrazzi artificiali non ha, di solito, superato uno
spessore di sei, sette metri, con dei muri a secco di contenimento
della massa di terra, le macere, per l’appunto, non più alti di tre, tre
metri e mezzo. Ricci p.12-13
Siamo in due raccolte.
Minestre zuppe e vellutate di legumi, con Lenticchie, Fagioli, Ceci, Fave, Piselli, Roveja, Cicerchie, Dal indiani.
Ricette napoletane: Primi piatti; Pizze focacce e tielle di scarola; Cose dolci; Lieviti, torte salate, pizze; Menu; e, in periferia, Ricette della Valle di Comino.
Pasta e piselli di Antonella, come a Furore. Campania
Piselli ottimi, colti dal ramo. Sgusciati.
Olio d'oliva del podere, cipolla pure, affettata, pancetta dei monti Lattari a dadolini. Stufare.
Calare i piselli, aggiungere un po' acqua, quanto basta per cuocere i tubetti di Gragnano; tenere accanto un pentolino con altra acqua calda se dovesse servire.
Sale poco - c'è la pancetta e i piselli sanno tanto di piselli.
Finale brodoso appena.
Aggiungere pepe nero.
un incnto vero e tanto di capello a chi questo incanto mantiene.
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