Di Artemisia
La casa verzureggia, la monstera continua a svolgere tenere foglie il cui verde espandendosi e incupendo si fende per far passare refoli, piante prima sofferenti dentro ora gioiscono fuori, la virulenta vite avvolge tutto, muri, finestre, griglie dei terrazzi, viene voglia di cedere all’abbraccio; il bonsai di ottantasette anni germoglia come un bambino; chiamo Mercedes per farle lezioni di giardinaggio e lei le fa a me: ciò che voglio farle estirpare come erbaccia lei la chiama mora (?) e dice che se la mangia. La sta facendo venire su con cura. Per non vederla morire, ho fatto ricerche e ho visto che in Sud America ce ne sono varietà addomesticate, ma qui non c'è la hierba mora, ma il solanum nigrum, tossico. Sto facendo a tutto spiano, una dopo l'altra, certe focacce sottili, croccanti, con un minimo di farcia: Torte salate, Micragne. Il minimo di farcia può essere cucinato ad hoc, dando luogo a fantasie dedicate, ma forse la morte sua - della farcia della Micragna - anche in omaggio al nome, è l'avanzo. Ne basta una ciotolina. Avevo due piccoli avanzi: gattò di patate e spinaci ripassati.
Pasta matta
200g di farina00 in una ciotola; aggiungere 2 cucchiai di olio d’oliva extravergine e un sorso di acqua.
Mescolare con una forchetta. Aggiungere acqua fino a quando
non si forma l’impasto - morbido! - e non c’è quasi più farina sui lati
della ciotola.
Buttarlo su un piano infarinato, impastare fino a impasto liscio.
Far riposare la palla di pasta sotto la ciotola rovesciata una decina di minuti.
Dividerla in due.
Stendere la prima pasta molto finemente, adeguandola per forma e
dimensioni a una teglia rettangolare da forno – di quelle grandi, che
occupano tutto il vano - bene oliata di olio exravergine, dove si deporrà.
L’impasto deve coincidere con il perimetro della teglia. Se si fanno buchi, rattoppare impavidi.
Disseminare - anche con vuoti - di spinaci sfiocchettati.
Idem con il gattò prima schiacciato e ridotto a purea.
Aromatizzare con una spolverata di garam masala (ciò che chiameremmo curry in polvere, fossimo inglesi; ce ne sono mille tipi, io ne ho uno, lo uso qui).
Coprire con la seconda sfoglia di pasta, sigillare bene i bordi.
Pressare tutta la superficie con il palmo delle mani, schiacciandola
delicatamente ma accuratamente, facendo assumere alla focaccia la forma della teglia: alla fine, che sembri una busta, la busta di una grande lettera.
Fare numerose fossette con la punta
delle dita. Eventuali lacerazioni servono da sfiatatoi.
Fare sul coperchio della Micragna un giro d’olio d’oliva e.v., cospargerlo bene spennellando.
Ora ci vuole un piccolo, piccolo spruzzo di sale grosso sul coperchio.
Forno al massimo - qui 275° - per 10 minuti.
Tagliare la Micragna ricavandone otto porzioni.
Mangiare bollente e croccante; ma è buona anche a temperatura ambiente.
L'erba in questione si chiama erba morella (Solanum nigrum) e può essere molto pericolosa. Eviterei di usarla per farcire una nuova micragna.
RispondiEliminaBentornata
Stefano
sì ho fatto una ricerca e ho visto che ce ne sono varietà che in sud America si mangiano, ma qui eviterei...
RispondiEliminala chiamano hierba mora https://www.greenandprosperous.com/blog/sopa-de-mora
RispondiEliminae poi sì, avevo trovato questo
RispondiEliminahttps://it.wikipedia.org/wiki/Solanum_nigrum
grazie Stefano, salveremo Mercedes!
per prudenza ho aggiunto informazioni nel post
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