domenica 23 dicembre 2012

Riso venere, pane, uova


Siamo entro una raccolta dedicata ai risi: Risotti. Di tutto un po', Risotti di pesce, Tielle, timballi, sartù, gratin, Questo e quello, Neri, rossi, integrali, Esotici: pilaf, pilav, pilau, polow, pulaka. Medio oriente, Asia Centrale, Esotici; i dorati risi persiani, tah-digh, Esotici. India, Esotici. Pilau dell'Africa sub shariana.

Di Isolina

Dicembre. Un libeccio ululante, un cielo di piombo di nuvole gonfie, ma coraggiosa una rosa splende; pacchetti in corso. Il riso venere va naturalmente in frittata. E' l'ultima dell'anno, mi permetto di dire strepitosa per il sapore e per via del contrasto, tra il nero del riso e il giallo dell'uovo, strepitosa anche per aspetto. Se poi avessi voluto passare dal rustico casalingo alla bella presentazione, avrei potuto tagliarla in dischi, rombi, chessò. Sono facile all'entusiasmo? Ebbene sì, e anche al contrario. Nel senso che posso essere spietatamente critica... verso di me e gli altri.

In padella olio d'oliva, abbondanti scorzette di limone minutamentissimamente tagliate e cipolla tagliata sottilissimamente. C'era anche un peperoncino, ma questo si sa.

Qui bisogna aver pazienza e far  rosolare a lungo, lentamente e sicuramente, fino alla famosa caramellizzazione.

Poi aggiungo cubettini di pane raffermo che ho appena spruzzato d'acqua per renderli più accoglienti, e un trito di barbe di finocchio.

Metto anche una bella dose di riso Venere cotto (20' in acqua bollente pari a una volta e mezzo il suo volume e poi lasciato a stufare coperto da panno ripiegato sotto il coperchio).

Bella rimescolata  per amalgamare gli elementi, sale e giù le uova a far frittata.

Riso venere, pane, uova, versione di Artemisia

Torniamo dal Tagikistan, restiamo come in convalescenza a Roma, tra il chiusi in casa e brevi giretti di sopravvivenza nel caldo ancora afoso; il vicino Orto Botanico consola, andiamo a vedere cosa è successo dei fiori di loto e delle loro magnifiche foglie, e poi lì, come il ramarro, cerchiamo l'acqua; ci infiliamo nelle serre, più fresche dell'esterno. La dispensa è quasi vuota e va bene così, anche se non torniamo da un viaggio gastronomico. Trovo una tazzina di riso nero e un pezzo di focaccia romana duro come un sasso; ricordo una ricetta di Isolina. Verrà un tortino dentro morbido e umido, fuori piacevolmente molto croccante; sarà la combinazione focaccia tosta sbriciolata-padella non antiaderente? Bella le puntinatura nera e verde.

Cuocio una cup di riso nero, come dice Isa: 20' in acqua bollente pari a una volta e mezzo il suo volume, poi lasciato a stufare coperto da panno ripiegato sotto il coperchio. Metto da parte.

Sbriciolo la focaccia con il blender.

Batto quattro uova e le aggiungo alla focaccia sbriciolata.

Faccio un giro sul terrazzo, acchiappo erba cipollina, timo, un po' di menta, un po' di portulaca;  trituro, aggiungo.

Poi un pizzico di peperoncino in polvere e per sovrammercato anche uno di teriaca (un mix di spezie che risulta dal mettere tutte in un barattolo quelle che mi avanzano da questo e quello).

Sale.

Aggiungo il riso, mescolo.

In una padella di 22cm verso abbondante olio d'oliva (non è antiaderente).

Verso il composto.

Fuoco medio, senza muovere, fino a che non vedo che la frittata è abbastanza rassodata da permettere lo scodellamento.

Ne stacco i bordi con una leccardina di silicone, rovescio; un po' del centro resta nella padella, lo scollo e rattoppo.
















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