di Artemisia Comina
Sono facitrice di torte al volo; riunioni di lavoro serali con colleghi affamati che hanno saltato la cena sono all’ordine del giorno. Ho un’ora di tempo, tra le otto e mezzo e le nove e mezzo, per una torta salata e una dolce. Queste due quiche allo yogurt nascono in tale circostanza. L’idea è la stessa, con piccole varianti (dipende dalla dispensa). La seconda è più “soufflé”; le foto sono di quella. In AAA c'è una raccolta: Torte salate. Quiche.
Pseudo quiche yogurt pancetta con brisèe ai fiori di finocchio
Brisée ai fiori di finocchio
200g farina 00, un uovo, 100g di burro, un pizzico di sale e uno di zucchero, due cucchiaini colmi di fiori di finocchio essiccati.
Rivestire una teglia da forno di porcellana di 26cm di diametro, bordi bassi.
Ricoprire il guscio di brisée con 150g di fette sottili di pancetta affumicata. La pancetta deve risalire lungo i bordi: dopo aver messo il ripieno, sporgerà come una collaretta.
Farcia
Battere insieme: 400g di yogurt greco intero, tre uova grandi e tre bianchi, 100g di pecorino romano grattugiato, un pizzico di noce moscata.
Versare il composto nella teglia.
Forno già caldo a 180° per 45'. La torta deve rassodare ma non seccare: l'interno resta umido e gonfio.
Mangiarla calda.
Pseudo quiche yogurt pancetta con brisée ai fiori di finocchio, soufflé
Medesima brisée.
Ricoprire solo il fondo del guscio di brisée con 100g di fette sottili di pancetta affumicata.
Farcia
Battere insieme: 600g di yogurt greco intero, cinque uova grandi, 100g di parmigiano grattugiato. Un pizzico di sale.
Versare il composto nella teglia.
Forno già caldo a 180° per 45'. Il centro deve rassodarsi restando
flessibile; un aspetto consolidato ma ancora leggermente tremolante e
molto gonfio è ciò che ci vuole.
Mangiarla immediatamente.
Opterei per quella con più yogurt e con parmigiano (il pecorino è troppo pecoreccio per i miei gusti, nonostante io sia la reincarnazione di un topo). Diciamo che alla prima concederei una tastatina appena, tanto per saperne parlare.
RispondiEliminaSublimi entrambe, comunque.
ah Vittoria, Vittoria, ascolta la tua anima di roditore buongustaio e non dirmi così del pecorino; certo, quello romano è piccante e forte, e mi piace in certi casi proprio per questo. Ma come sai da saggio topo, i pecorini hanno gamme amplissime di gusto. Ricordo come restai a bocca aperta quando un amico sardo mi propose per prima volta uno dei loro, dolce, cuore burroso, fondente, aromatico...
RispondiEliminaSto per fare un post sul pecorino di Osilo. Certo, non so se lo infilerei in una torta per cuocerlo. Mi sa di no.
La prima torta è più rustica, con la pancetta più spessa, che rosola ai bordi, e la consistenza più compatta.
la seconda è più aerea, con la pacetta sottile che fonde e la consistenza soufflé; io la preferisco per questo, e penso che tra le due rifarò la seconda.
PS: bentornata :)
Grazie per il 'bentornata', ma in verità non me ne sono mai andata... starei nel vostro blog per ore ed ore, e quando la vita altra mi porta via dal pc, e il mio reader mi segnala l'affastellarsi dei post, corro a leggervi quanto prima.
RispondiEliminaQuanto al sardo, se me lo descrivi così...me lo sposo volentieri ;-)