martedì 13 novembre 2007

NAPOLI. MADRE. MUSEO D'ARTE DONNAREGINA.






Napoli. Sabato. Ora di pranzo. La sera prima amici napoletani entusiasti ci parlano di MADRE, il nuovo Museo di Arte contemporanea DonnaRegina. Sono tutti lieti che a Napoli ci sia una cosa nuova, attuale; conoscono gli artisti uno per uno, si aggrappano alla modernità, forse stufi di greci, angioini, borboni… tra l’altro ci dicono che MADRE ha anche un ristorante dove dicono si mangi bene. Cosa volere di più? Si va a vederlo e poi si mangia lì.

Come preannunciato dagli amici, il nuovo scintillante MADRE è infilato in una strada piena di fatiscenti edifici. Di fronte una casa regge e non regge, pencola e si sbriciola. Dalle finestre del museo si vede, a pochi metri, separato da un vicolo, un grande palazzo abbandonato, bruciato, scrostato, con le erbe selvatiche che vegetano nelle fessure, gli scuri carbonizzati che danno su stanze abbandonate. Qualcuno ha messo sui balconi, dietro le finestre aperte sulle stanze vuote, degli oggetti vecchi – televisori fuori uso, scope, sedie sfondate - assemblati come opere d’arte; si gareggia con il museo.

Prima che entrassimo, un vecchio signore curvo e al tempo stesso vispo ci aveva avvicinato, e ci aveva avvolto subito con una garbata ma sentita filippica contro l’amministrazione e lo stato della città, indicandoci con una mano il rudere, con l’altra il sofisticato ingesso del museo. Varcata la soglia, l’effetto è stato di netta, spaesante differenza: biancori, luminosità, nettezze, e qualche giovane custode che vaga negli spazi deserti. Come spesso, non si può fotografare, e come spesso, appare curioso: le opere sono non fotografabili per loro natura, ci vorrebbe uno specialista. Mentre sarebbero attraenti le atmosfere, gli scorci delle stanze, le luminosità, le facce smarrite dei giovani, il palazzo dirupato che si vede dalle finestre.

Puntiamo verso il bar. La struttura non sarebbe male, ma è invasa dalla vita privata dei giovani gestori, dal loro disordine e soprattutto dalle loro chiacchiere, che ci comunicano che tutto lo spazio è preso, e che noi siamo intrusi. Viriamo speranzosi verso il ristorante, ma appena stiamo varcando la soglia, un ragazzo irritato ci sbarra il passo: Non si può! Accidenti, e perché? E’ chiuso! (sempre più bizzoso). Orientamento al cliente, ancora una volta. Scopriamo, insistendo con lo stizzoso per avere la evidentemente molto riservata informazione, che è aperto solo di sera. Amen.

MADRE - Museo d'Arte Donnaregina
Palazzo Donna Regina
Via Luigi Settembrini 79, Napoli
tel. 0815624561
Orari: sab-dom 12-20

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