sabato 18 luglio 2020

Sauté di tartufi di mare


Da Artemisia

Le rose che avevo mezzo ucciso, reinvasate coraggiosamente (o la va o la spacca) si sono ributtate a vivere. Devo essere una conchiglia reincarnata, mi sono identificata nei tartufi di mare, sono così belli con quelle creste magnifiche, che avevo remore a mangiarli come altri ne hanno con gli agnelli. Non ne ho mai comperati, non so bene che fare, nemmeno come trattarli; prima di tutto, li facciamo dissabbiare mettendoli un par d'ore in acqua leggermente salata; poi con Teo proviamo ad aprirli, è una gran scocciatura; ne viene fatto qualcuno a gratin, ma non è la miglior morte loro; il resto, la maggior parte, diventa sauté, ed è una vera gloria. Sono saporiti, un po' callosi, così devono essere, sodi. Il sughetto abbondante è perfettissima, perfettissima scarpetta.

Far spurgare i tartufi di mare dalla sabbia lasciandoli un paio d'ore in acqua fredda leggermente salata.

Metterli in una padella con aglio, olio d'oliva, peperoncino (aglio e peperoncino poi tolti) fino ad apertura (pochi minuti).

Un sorso di vino bianco secco, far evaporare, stop.

Portare in tavola con fette di pane casereccio per opportunissima scarpetta.







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