giovedì 29 marzo 2012

ROMA VIA DEI CERCHI. LA CASA DELLA MANO DI CICERONE.



Costeggiando ciò che resta dell'immenso Circo Massimo, lungo quella via dei Cerchi il cui nome è corruzione  di Circo,  non si può non notare ed essere attratti da un bizzarro edificio dalla facciata piatta, appoggiata alla struttura come un'alta maschera, come una vela pronta a staccarsi e volare per suo conto, decorata come un dolce, traforata e conclusa in cima da una manona che alza l'indice verso il cielo; mano che viene replicata sulla cornice di una delle finestre circondata da volute barocche, sulla destra.

Sempre mi sono chiesta cosa diamine ci fosse dietro quella facciata, e a quale genio fosse venuto in mente di tirarla su. Ora, grazie a un sito interessante su Roma, ho avuto alcune risposte. All'ombra di quella vela di pietra, costruita nel tardo Seicento, ci sono dei monaci, i senesi Olivetani, e un convento, quello di Santa Anastasia, antichissima chiesa che si trova appena girato l'angolo.

Ma dietro nel tempo c'è il Palatino, il colle dei palazzi degli imperatori romani, e quell'area del colle che i Farnese e in particolare Alessandro, il nipote di Paolo III, fecero trasformare in giardino - gli Orti Farnesiani - da Alessandro Algardi: pare che la facciata poggi su un casale che prima di farsi convento fece parte di quegli orti, e infatti notiamo i gigli dei Farnese tra le volute. In quegli Orti piante esotiche vennero addomesticate al nostro clima e  i primi accademici del Bosco Parrasio discettarno e brindarono. Da quegli Orti vennero molte opere classiche che i Borboni, ereditandoli e depredandoli, portarono a Napoli.

La grande mano ha ancora un'altra storia: si tratta di un calco di gesso (l'originale si è perso) di un ex voto (probabilmente un ex voto) conservato in una cappella che sorgeva qui, Santa Maria de Manu, che poi fu distrutta; il popolo la chiamò “mano di Cicerone”. Forse per il gesto oratorio, forse perchè lo spirito di Cicerone, che pure abitò il Palatino, qui aleggia. Nel Cinquecento, quando ancora la mano stava nella sua chiesa, si diceva che il dito indicasse il prezzo del vino: “1 bajocco a fojetta”.

Le notizie da romasegreta.






Ecco il celeberrimo quadro di Tiziano conservato a Capodimonte con Paolo III e Alessandro Farnese a sinistra, Ottavio a destra.

L'immagine da francescomorante.it

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