mercoledì 6 gennaio 2010

Turchia. Istanbul. Hotel Yesil Ev.



Tutte le volte che siamo venuti a Istanbul siamo venuti allo Yesil Ev, l'albergo che il Touring Club turco ha ottenuto dal restauro di una casa di legno ottomana collocata, dentro il suo bel giardino, tra Hagia Sophia e Moschea Blu. Oggi con la rivalutata lira turca è diventato troppo caro, ma in una piovigginosa e fredda serata invernale, mentre passa il tempo che ci rimetterà in viaggio per la Siria dopo una sosta a Istanbul senza albergo e ricovero, la sua elegante serra - caffè semi deserta è una buona sosta per un tè (trenta euro in due, incluso un piatto di börek, che allo Yesil fanno benissimo) e un souvenir di quando lo abbiamo frequentato tra profumo di fiori e scorrere delle acque della magnifica fontana di pietra rosa recuperata da un qualche a noi ignoto palazzo.

Quando il cameriere ha visto che scattavo foto all'arredamento florealmente ottomano, indugiando su volute di ghisa dipinta e stoffe, mi ha indicato le tre lampade e fatto capire che era opportuno che le fotografassi tutte; cosa che ho immediatamente fatto.

Annessa all'hotel c'è una madrasa, una antica scuola coranica, oggi diventata un centro di vendita di artigianato. Quando arrivammo in una Istanbul appena colpita da un rovinoso terremoto, ci misero a dormire lì, sotto i portici, avendo tirato fuori da non so quale ripostiglio certi immensi lettoni di legno ricurvo; sopra le nostre teste, il canto del muezzin della Moschea blu che invocava tregua per la città e i suoi abitanti, arrivati dalle periferie a rischio a popolare, con la competenza nomade di un gruppo di uccelli di passo, i giardini di Sultanahmet.


Yesil Ev


















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