giovedì 10 dicembre 2009

LAZIO. VALLE DI COMINO. ANCHE LE CASE HANNO BISOGNO DI COMPAGNIA.

















Di Mentuccia Fibrena.

Nei freddi Natali di campagna la stagione non si eludeva, ma entrava nella nostra vita con la pienezza delle sue tendenze e stramberie, e in una grande casa senza riscaldamento arrivava a insinuarsi fin sotto le moltiplicate coltri del letto, dove i piedi gelati cercavano tiepido rifugio contro il nostro stesso corpo, e ai vetri delle finestre bussava una luce argentea e scura, a valle ampiamente ovattata di nebbia, mentre nel giardino le scarpe subito affondavano in neri e morbidi terreni gocciolanti, nei quali cresceva a ciuffi una splendente erba verde, scintillante come mai in primavera. Allora arrivava il tempo di stendere su un grande tavolo tirato su dalla cantina il presepe ricco di pastori che venivano riconosciuti uno a uno man mano che risorgevano dalle loro scatole e dai loro viluppi di carta. Prima però si andava verso Santo Stefano, verso il colle dove fare bottino di profumati muschi: le grandi zolle scapigliate tessute a maglia larga, le piccole tondeggianti e molto vellutate, le scaglie di ricciuti, tosti, bianchi licheni.

13 commenti:

  1. codesta vostra nebbia sulla valle, fumo e sogno spalmato addosso, penso a suggestioni d'iconografia japanese da monte Fuji, i monti sono meno alti forse colline forse monti alti! in un'italia centrale che volge al sud stessa meraviglia da illuminazione zen

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  2. che brivido di bellezza là fuori, e che felice regalità dentro, la casa ringrazia di sicuro.
    (e sapevo che papavero sarebbe volata sul monte Fuji...)

    un bacio, a entrambe
    nina

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  3. Trovo bellissimo il titolo di questo post. Da animista quale io mi professo, non posso che concordare!

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  4. Molto belle le foto!!
    Vi mando questo link, potrete usarlo per raggruppare le foto anziché pubblicarle una ad una (se puó servire):

    http://bighugelabs.com/

    Buona giornata, Mik

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  5. @ pap, la nebbia come un mare.

    @ nina, la casa si sente sola.

    @ marzia, un po' sognava la mentuccia mentre ricordava :)

    @ duck, tutto vive.

    @ mik, gentilezza rara.

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  6. nella mia totale estraneità, cerco di dare un volto a ciascuno: a chi andava a prendere il tavolo in cantina, a chi scartava i pastori, a chi raccoglieva il muschio... a chi - a lato del letto - indugiava su un solo piede, in attesa di prender coraggio e tuffarsi nel mar glaciale artico.

    Aiuola loves La Valle!

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  7. un posto senza parole!
    ero passata da te ieri, e ci sono voluta tornare apposta, proprio per queste foto...

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  8. gaia, ben tornata; siediti pure accanto al tavolo della cucina, ho in serbo ancora qualche tortina senza farina ;))

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  9. Le mani si gelavano a raccogliere il muschio, e poi a casa in una stanza freddissima si preparava il presepe con le statuine di gesso, pecore e pastori, la lavandaia accanto al laghetto di stagnola...

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  10. sì, sì, giardino - felice della tua visita - anch'io il laghetto di stagnola!

    e la piccola collina di sabbia, sul fondo, con i cammelli?

    e il freddo, il freddo, il freddo, con i maglioni fatti dalla mamma di lana ruvida, e il profumo del muschio e del pino.

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  11. sai che questo luogo mi è rimasto un po' nel cuore... non so come mai oggi sono tornata a ricercarlo!

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commenti