martedì 17 aprile 2007

TOSCANA. VAL D'ORCIA. PIENZA, SAN QUIRICO, SANT'ANTIMO

PIENZA









SAN QUIRICO E GIULITTA D'ORCIA









SANT'ANTIMO














Santi dai vaghi contorni, di transizione tra paganesimo e cristianesimo, persi nelle nebbie di quei secoli lontani. Sant'Antimo era un distruttore di alberi, che bruciò e rase al suolo un bosco dedicato al dio Silvano; Quirico un bimbetto di tre anni - il Santo più giovane? - martirizzato con la madre Giulitta.

Al primo è dedicato ciò che resta di un imponente Abbazia le cui origini vengono attribuite a Carlo Magno e che si trovava sulla trafficata via francigena, costruita con un mirabile travertino striato che si accompagna benissimo con le molteplici rughe degli olivi. Anche qui la borragine, che sta fiorendo un po' dovunque in ricchi mazzi. Nessuno a far gnocchi di ricotta e borragine, nessuno a metterne i luminosi fiori nelle insalate? L'Abbazia è un po' cluniacense, un po' lombarda. Dentro una triade di legno assai bella, una Madonna sulle sue con un cresciuto bambino in bilico sulle ginocchia, un severo Cristo.

A San Quirico sono tornata a vedere i coccodrilli che si mangiano tra loro. Vipere, dice la tradizione. O chissacché. Diciamo rettili. La femmina mangia la testa del maschio mentre dal suo corpo escono i rettilini che così nascendo la uccideranno. Che ci fanno lì? Misteriose iconografie romaniche, per nulla pedagogiche, fatte per dotti chierici, la cui iconologia è spesso dispersa.

Un'altra visita che desideravo fare è al cavaliere qui morto, Enrico di Nassau, mentre tornava a casa dal Giubileo, nel 1415. Questi viandanti guidati da smanie che non capiamo più mi affascinano.

Associando: Pio II, Enea Silvio, muore mentre sta per imbarcarsi per l'ultima crociata, che non partirà mai più.
Anche lui apprezzava il pecorino, che abbiamo mangiato in un rapido pranzo con panino fatto di immense fette di pane sciapo, pecorino, salame toscano. Appena fuori dal corso centrale di Pienza, come sempre silenzio e niente folla, e un bar senza nessuna competenza né a far panini né altro, ma con sedie ombreggiate e ottime materie prime.

Ho da qualche parte una ricetta di torta con pecorino, miele e noci attribuita alla tavola del papa, fatta un paio di volte per trovare il giusto equilibrio tra gli ingredienti. Chissà se la riprovo...