E' un pezzo che dicevo ad Artemisia che doveva decidersi a fare le erbette fritte, il piatto che fu la gloria di una delle nostre nonne, Beatrice, che essendo signora di campagna lontana da ogni mercato e affidata solo alla dispensa e all'orto, quando arrivava un improvviso ospite faceva immensi piatti di erbe fritte, dalle poche domestiche alle molte selvatiche. Alice legge Pamuk, e quando non sa più come chiamarci, suona il flauto.
Finalmente vedo che si è decisa a friggere basilico e salvia, e il commento l'ha affidato - giustamente - a me, che sono la vestale della nostalgia.
Molto sta in questa pastella: fatene una bella coppa, che sia densa come una crema fluida, e immergetevi le foglie di salvia una a una, quelle di basilico pure a coppie o ciuffetti.
Presto saranno con una croccante veste, pronte a essere mangiate cosparse di abbondante sale, dopo essere state ben scolate su carta da cucina.
Usate olio d'oliva se celebrate la nonna, altrimenti anche quello di arachidi potrà andare. Padella fonda, olio abbondante, temperatura provata con una goccia di pastella, che rapprenda immantinente sfrigolando.
Nel menu Ottobre 2011. La cena delle mele cotogne al forno
6 commenti:
ahaaa... ecco dove è finita la pastella.. la salvia fritta è assolutamente buona!
prova il basilico!
è uno dei miei piatti favoriti: il piccolo fritto. Metto anche cimette di menta, di prezzemolo insomma di quello che c'è. E vi racconterò di una pastella miracolosa, ma davvero. Appena lo faccio... (isolina)
non puoi nasconderci una pastella miracolosa!
promesso, farò. Darei la ricetta senza fare il fritto, ma non mi sembrerebbe bello
allora, fallo presto! :DD
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