mercoledì 2 luglio 2008

Cenerentola nume del focolare. Con Edmund Dulac



Edmund Dulac (Tolosa 1882 – Tolosa 1953)
From the book "The sleeping beauty and other fairy tales from the old French" published in 1910 by Hodder & Stoughton
da wikimedia


Cenerentola è dea del fuoco per eccellenza. Fuoco che fino al recente passato ha avuto un’importanza centrale ben più che millenaria, che oggi dimentichiamo. 

Lasciano le vestali da parte - certo vengono alla mente - ricordiamo che nel Medioevo ogni focolare doveva conservare la fiamma; o in un recipiente con uno stoppino che pescava in olio o grasso, o più frequentemente e con meno spesa in un angolo del focolare stesso con braci coperte di cenere.

In Abruzzo nella famiglia il compito di vegliare il fuoco era della figlia più grande. Una vera Cenerentola. Quando la fiamma si perdeva, si chiedeva al vicino di casa, con un trasporto circondato di precauzioni. Col fuoco non si scherza. Dagli statuti di Avezzano, primo Medioevo:

Se alcuno o alcuna dovesse portare fuoco da casa a casa, lo tenga coperto. Chi contravvenisse sarà multato con grana dieci da pagare ai balivi.

Per trasportarlo, si usava un recipiente di terracotta con il coperchio bucherellato. Dico Medioevo, morse qualcuno lo ha ancora visto in qualche angolo di una vecchia casa. Io l'ho visto.

La notizia sulla figlia maggiore Cenerentola e vestale, da La vita quotidiana in Abruzzo nel medioevo. Luigi Mammarella. Adelmo Polla, Cerchio (Aquila) 1987.



1 commento:

papavero di campo ha detto...

La prima Figlia
maneggia il Fuoco così
blandisce Edipo

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