domenica 23 dicembre 2007

LAZIO. VALLE DI COMINO. LE FAFFOCCHIE DI ATINA DEL RISTORANTE LE CANNARDIZIE.












Avete presenti i molto celebrati – qui in AAA – tagliarini e fagioli della Valle di Comino? Be’, tale pregevole cibo assume nomi diversi a ogni svolta. Ad Atina si chiamano faffocchie. Atina antica, però; il vecchio centro. Ad Atina Inferiore si chiamano Pappafocchie.

Tutto questo lo abbiamo appreso dalla patronne de Le Cannardizie, dove siamo tornati una seconda volta. Non bastano i cambi di nome; c’è anche il mutare del condimento. Invece che molte cipolle finemente affettate e dorate nell’olio con aglio e peperoncino, o in bianco o con appena un po’ di pomodoro, qui si usa ventresca di maiale a pezzetti fatta sciogliere in padella con aglio e parecchio peperoncino. Molto buono, comunque, il piatto di faffocchie assaggiato. Nunchesto ha preso invece un piatto di gnocchi conditi con ragù di maiale.

Prima di quello c’è stata la sequenza degli antipasti, simile a quella della volta precedente, con piccole variazioni: mancavano le ricottine e la coratella, c’era della trippa.

Il secondo lo abbiamo saltato, per prendere io una fetta di crostata di ricotta con coltre di cioccolato, Nunchesto i pepatelli, biscotti natalizi accompagnati da un bicchiere di Cannellino di Frascati. Mentre per il resto si è bevuto ancora un Cabernet di Atina, cambiando zona: il Sammichele è di Sant’Elia.

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